sabato 14 aprile 2012

Adolescenza nel mondo: quando essere adolescenti viene negato -IIIA

Accanto alle forme di disagio adolescenziale, in IIIA abbiamo cominciato a riflettere anche sulle adolescenze...a cui il disagio viene provocato da guerre, abusi e soprusi di ogni genere.

Abbiamo preso spunto da articoli di giornale, riportati sul nostro testo di Antologia, uno dei quali parlava di Rose, una ragazza preadolescente dell'Uganda che, all'arrivo della giornalista incaricata di narrare la situazione di quel paese in fiamme, corre a rifugiarsi tra le vesti della madre e a fissare il vuoto....

I ragazzi hanno fatto loro la storia di Rose: chi le ha scritto una lettera, chi si è immedesimato in lei, chi ha narrato i suoi sentimenti...

A voi i testi...di un'adolescenza tradita.
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La piccola Rose: 


una bambina a cui hanno sottratto l’infanzia. 

Il domani come sarebbe stato? Avrebbe forse fatto la fine di sua madre, costretta sposa a 13 anni di un guerriero? Di certo non avrebbe vissuto la sua infanzia. Che cosa aveva fatto di male per meritarsi tutto questo? Quali erano le sue colpe? Perché non poteva giocare spensierata come tanti altri bambini? Non poteva, ormai era troppo tardi.

Che felicità provò quando lei e sua madre tentarono di scappare dall’Inferno più crudele e privo di alcuna pietà! La Libertà le giudò verso l’orizzonte! Erano scaldate dal sole dell’avvenire!

Non avevano dovuto farlo. Ma cosa potevano fare? Era l’unica possibilità per salvarsi! Già aveva perso il padre durante uno scontro con l’esercito, non poteva sopportare questa vita atroce, intrisa di apatia, disprezzo ed efferatezza verso l’uomo. Non sono tutti uguali. È per questo motivo che devono emarginarli dalla società? Che devono annientarli senza pietà? Che devono sottrargli il futuro, la libertà di essere semplicemente DIVERSI?

A queste domande nessuno sa rispondere con esattezza. L’unica ragione per cui le presero era per la semplice scusa di allargare l’esercito, di aver bisogno di manodopera. Ma perché presero proprio loro? Normali esseri umani a cui Dio regalò la vita, un dono che nessuno al mondo potrebbe mai farlo. Perché disprezzavano così la loro vita? La vita è inalienabile e sacra. Nessuno ha il diritto di toccarla, né tanto meno di sfiorarla con un solo dito.

I bambini ,soprattutto, erano le persone che venivano rapite e trasportati come animali lontano dalla loro case, in paesi sconosciuti dove erano costretti a lavorare per i loro padroni, definiti i così detti <<schiavi sessuali>>. Cosa hanno di così tanto diverso i bambini dagli adulti? Sicuramente un’età differente, una mentalità diversa, ma erano pur sempre essere umani.

Esseri umani che volevano semplicemente riacquistare la loro libertà, ritornare ad essere bambini. Questo era l’unico pensiero che riecheggiava nella loro mente. Erano esasperati, volevano ritrovare le loro madri, abbracciarle. Non potevano certo affrontare faccia a faccia quegli uomini! E se l’avessero fatto? Cosa gli avrebbero riservato in serbo? L’unica cosa da fare era agire in silenzio. E se li avessero scoperti? Sarebbe mai ritornata a casa? Avrebbe mai potuto riabbracciare i suoi fratellini? Avrebbe mai sperato in un futuro? Una domanda a cui nessuno sa rispondere. 


Testa Costanza IIIA 
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“Aveva paura. Era sola ormai, era senza la volontà di scappare; costretta a restare dentro quella capanna in una solitudine che non si sarebbe mai aspettata. Perché togliere a lei la felicità? Era diventata la donna forte, lontana da tutti. Ma ricordava perfettamente di non essere mai stata una bambina come tutte le altre. Era stata un soldato, da sempre, ed aveva combattuto per qualcosa che non sapeva nemmeno. Era stata costretta ad ammazzare i suoi simili ed aveva provato ad essere libera: era scappata via come il vento più impetuoso. Che cosa aveva fatto di male per meritarsi tutto questo inferno? Eppure aveva sempre tenuto duro davanti alle sue paure. Non voleva fare la fine di sua madre, costretta a sposarsi a 13 anni con un guerrigliero di cui nemmeno conosceva il nome. Aveva ancora tutta una vita davanti, e lei la voleva piena di quella spensieratezza che fin lì non aveva mai potuto avere. 
I suoi occhi erano caduti dove non dovevano nemmeno sbilanciarsi un po’.
 Che cosa le riservava il futuro tanto atteso? 
Certo, la paura di poter riaffrontare scene simili, c’era. C’era il pianto del ricordo di un giorno troppo duro, ma la cosa che soprattutto c’era era la voglia di avere almeno per poco quella felicità che i bambini hanno, quel sorriso che viene spontaneo e riempie il viso. Amava guardare i bambini giocare, era il rimedio a tanto dolore, che più le piaceva. Si nascondeva dietro un muro un cespuglio e sbirciava quei giochi  ed a occhi chiusi immaginava di poter essere li, di poter scalciare, di poter dare libero arbitrio alle sue gambe alle sue braccia , alzare la polvere a tal punto da sporcarsi e non dar peso a cio’. In tutta la sua breve vita non era mai andata a letto con la voglia del risveglio, la notte era l’unico momento di tranquillita’ pero’,solo quando non sognava, perchè spesso anche i sogni ma piu’ che sogni “incubi” erano un continuo della dura giornata, per fortuna quando il sonno era dei piu’ tranquilli riusciva a liberarsi da tanta sofferenza fatica, si risvegliava piu’leggera contenta e di nuovo carica. Purtroppo il tutto aveva una breve durata.”
Cecilia Bernardini 
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Il sorriso di un bambino non esiste se viene vietato il suo futuro.
La felicità di un bambino non esiste se viene strappata dal suo cuore.
Il gioco di un bambino non esiste se viene tolto dalle sue mani.

A dircelo, la storia di Rose, bambina, giovane donna ugandese.

Il futuro di Rose sarebbe stato forse essere sposa a 13 anni, oppure continuare con la sofferenza? Una cosa era chiara: la sua infanzia non era mai esistita, non aveva mai avuto un inizio. 
Non aveva fatto niente per meritarsi tutto questo. Era una bambina come tante altre, eppure era considerata diversa. Le sue colpe, forse, erano di essere una ragazza, o magari di essere nata?
Il suo lavoro, ormai, era quello di rubare cibo e animali e quello di rapire altri bambini o bambine della sua stessa età. 
L’adolescenza non esiste senza giochi, senza amici, senza amore dei genitori.
Aveva provato a fuggire molte volte, ma è stata subito ripresa dalla LRA , Lord’s Resistance Army, ovvero l' Esercito di Resistenza del Signore. Non c'era più una via di uscita. Era costretta a vivere, non da adolescente, non da ragazza, ma da schiava. Ogni volta che fuggiva veniva punita con 350 colpi di canna sulla schiena. L’ultima volta che aveva ritentato di fuggire, per punizione, avevano ucciso la madre. E perdere la madre, forse, era stato più doloroso che ricevere 350 colpi sulla schiena.
Un giorno, però, si aprirono le porte della libertà. Dovevano andarsene da quel paese. Dovevano cercare un posto più sicuro, più protettivo, sia per lei che per i suoi piccoli familiari. 
Riuscì a fuggire per sempre, ad essere libera per sempre, trovando un riparo presso i Medici Senza frontiere. 
Rose oggi è libera per sempre, ma ha anche brutti ricordi per sempre.

Intanto noi occidentali, cosa facciamo? Lasceremo che tutto questo continui e noi staremo in silenzio per il resto della vita? 
Il silenzio è complice, sempre. Per questo, ho messo nero su bianco la storia di Rose.
Aiutare questi bambini non è un diritto, ma un dovere. Se in questo mondo non esistono i bambini, non esiste nulla. 


Ilaria Tolomei 

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Cara Rosa,

Ti vorrei esprimere quanto mi fa rabbia il razzismo degli altri ragazzi nei tuoi confronti: sono persone ignoranti che maltrattano tutti quelli che hanno differente colore, cultura e sesso.

Rosa non ti devi preoccupare di loro, non se la prendono solo con te, ma anche con gli altri.

Anche a me danno sempre fastidio, mi maltrattano: sono solo dei bulli e degli ignoranti, non sanno cos'è la vita, si credono potenti e non capiscono cosa hai provato...Non sanno che ti hanno adottata e che hai dovuto scoprire che i tuoi veri genitori ti hanno abbandonata, non sanno neanche quali difficoltà hai sopportato...Sanno solo prenderti in giro per il tuo colore scuro di pelle. Ma non li sentire, che sei bellissima con il tuo colore cioccolato e soprattutto i tuoi meravigliosi occhi verde smeraldo, verde speranza e verde luminoso. Non posso fare a meno ad ammirarti, sei una ragazza bellissima! Non ti dovrebbero maltrattare così, ma tu non farci caso a loro: sono degli stupidi. 
Tu sei l'unica persona che abbia mai amato nella mia vita: non capisco perchè i tuoi veri genitori ti abbiano abbandonata.
Io non ti lascerò mai, scalerò mari e monti per te, se una persona ti torcesse un capello io non so cosa farei per te! 
Mi sono innamorato di te da quando ti ho visto la prima volta: da subito mi sono piaciuti i tuoi occhi verdi profondi, in cui immergevo i miei pensieri. Ogni volta, quando ero a casa, pensavo a te e non vedevo l'ora di uscire e vederti. Da quando ci siamo abbracciati a casa tua, non riesco a levarmi il tuo profumo dai vestiti e non so spiegare il mio amore per te.
Solo questo ti voglio dire, senza tanti giri di parole, senza vergogna, senza timidezza...io ti voglio bene.
Dal tuo innamorato Gabriele <3


Brikena Komini
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Donna..."promessa"



Quale sarebbe stato il suo futuro?  Avrebbe forse fatto la fine di sua madre, costretta sposa a 13 anni di un guerrigliero? Di certo non avrebbe vissuto la sua infanzia. Che cosa aveva fatto di male per meritarsi tutto questo? Quali erano le sue colpe? Perché non poteva giocare spensierata come tanti altri bambini? Non sarebbe migliore cercare di essere ciò che è, invece di provare a far la donna già cresciuta? Ormai non aveva più una chance di essere felice. La sua, era un’altra vita buttata al vento, un’altra vita da dimenticare, un’altra vita già dimenticata da tutto e tutti. E forse sarebbe finita nelle mani di qualcuno che, infondo, la giudicava come un oggetto e non come una vera persona, di cui considerare le paure, le gioie e i sentimenti. Sarebbe stata un’altra di quelle storie finite male, un’altra di quelle storie senza lieto fine, la sua. Avrebbe sposato un uomo che aveva 30 anni in più di lei, sarebbe stata la sua serva, non avrebbe più avuto via di fuga. Avrebbe fatto tutto ciò che gli veniva chiesto. Avrebbe ubbidito al suo nuovo “padrone”. Si sarebbe ritrova a badare a dei bambini a 15 anni. Sarebbe stata abbandonata e ripudiata, non appena avesse svolto tutti i suoi compiti. Non avrebbe più avuto una dignità. Sarebbe stata segnata a vita. Avrebbe portato questo peso nel cuore per la vita. Non avrebbe mai abbandonato i ricordi delle violenze che avrebbe subito da lì a poco. Il ricordo di quell’oceano di dolore che si vedeva davanti, di cui non vedeva ancora la fine. Lo vedeva davanti a se. Immenso. Senza fine. Ma aveva solo 13 anni! Non poteva portare sulle spalle un peso simile. Magari sarebbe anche stata arruolata in un esercito, con un pugnale in mano e un armatura pesantissima, fisicamente e psicologicamente. Poteva riuscire a rialzarsi dopo esser caduta? Poteva riuscire a sopportare il peso dell’anima e della coscienza? Poteva riuscire ad essere di nuovo felice e spensierata come tutte le persone del mondo? Si sentiva in colpa. Si sentiva in colpa per non essere riuscita a vivere la sua vita. Si sentiva in colpa per non essere riuscita a condurre una vita diversa da quella di sua madre. Si sentiva in colpa perché non era stata in grado di fuggire da un destino così crudele. Ma perché proprio lei? Non era forse una ragazza normale? Non era forse come tutte le altre?  Non aveva forse il diritto di svagarsi, annoiarsi e vivere? No. Non avrebbe mai avuto una vita dignitosa. Non avrebbe mai avuto una vita normale, come quella di chiunque altro. Non avrebbe mai avuto la vita che gli era stata assegnata.
Quest’infanzia bruciata. Quest’adolescenza bruciata. L’avrebbe portata nella sua mente per tutta la vita. Avrebbe dimenticato come sorridere, come ridere di gusto, come amare la vita e la libertà. Sarebbe finita in un vortice di disperazione da cui non sarebbe mai riuscita ad uscire. Ed è così che sarebbe finita la sua vita. Sperata e voluta, anche per lei sarebbe arrivata la morte.

 Elisa Carrarini


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Quale sarebbe stato il suo futuro?


Quale sarebbe stato il suo futuro? Avrebbe forse fatto la fine di sua madre, costretta sposa a 13 anni di un guerrigliero? Oppure avrebbe dovuto arruolarsi nell’esercito insieme ad altri bambini della sua stessa età? Di certo non avrebbe vissuto la sua infanzia! Ma perché? Cosa aveva fatto di male per meritarsi questo? Quali erano le sue colpe? Quella di essere nata in quel paese e non dall’altra parte del mondo? Perché non poteva giocare come tutti i bambini? Perché doveva essere costretta a NON giocare, a NON essere una bambina, a NON avere i suoi diritti, a NON poter vivere spensierata, a NON avere la possibilità di aver un’istruzione?
Ogni giorno si faceva queste domande, ogni giorno sperava che la vita che stesse vivendo fosse solamente un sogno, un incubo da cui potersi svegliare, eppure pensava alla vita, alla vita di sua madre e alla vita di tutte le donne di tutti i paesi: perché solamente loro che avevano la sfortuna di essere capitate nella parte sbagliata del mondo, non dovevano avere diritti? Perché le donne? Gli uomini e le donne sono esseri viventi, non sono schiavi né tanto meno oggetti. E perché i bambini dovevano far parte dell’esercito? Dovevano morire per combattere? Perché le bambine dovevano essere date in sposa a uomini che potevano essergli padri? Perché dovevano maltrattarle? Perché? Chi ha potuto pensare di fare delle simili leggi? Perché gli altri paesi non intervengono, non li aiutano?
Aveva paura. Aveva paura del suo futuro: può una bambina aver paura del suo futuro? Non poteva sognare di vivere una vita migliore di questa, non poteva sognare di evadere dalla realtà, non poteva!!! Era una bambina, una donna, una femmina. Questa era la sua disgrazia! Ma perché una bambina deve vivere con il rancore di essere nata donna? Perché nessuno si rende conto di come vengono utilizzate, chiamate? Perché nessuna donna non riesce a mettersi nei loro panni? La verità di questi bambini e di queste bambine la sanno in tutto il mondo, ma nessuno si fa avanti, perché? Cosa li ferma? Tutti i bambini hanno diritto ad avere un’istruzione, perché loro no? Cos’hanno di diverso dagli altri bambini del mondo? Il colore della pelle?

CONVENZIONE INTERNAZIONALE DEI DIRITTI DELL’INFANZIA approvata da un’assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989.

Gli Stati parti della presente Convenzione:
  
Considerato che, in conformità ai principi proclamati nello Statuto delle Nazioni Unite, il riconoscimento della dignità 
inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della 
libertà, della giustizia e della pace del mondo. 

Flavia Mercuri

Testi riflessivi sulla droga

A voi i ragazzi di IIIA, nei panni di giornalisti!


Qui la raccolta dei testi: sotto i testi, pubblicati mano a mano che i ragazzi li hanno scritti.


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Droghe e alcol: conosciamoli più da vicino

Droghe e alcol, come sappiamo, sono i cosi detti “nemici dell’adolescenza e degli adolescenti"; infatti, secondo diversi studi, causano danni irreversibili al cervello, interferendo ,in particolar modo, sui neuro-trasmettitori cioè quelle sostanze che permettono alle nostre cellule celebrali di funzionare correttamente, compromettendone, appunto, il suo regolare funzionamento. L’uso di queste sostanze portano danni a livello psichico e accelera la comparsa di malattie terribili, come l’ictus, gli aneurismi e molti altri.
L’uso di cocaina, ad esempio, modifica la corteccia prefrontale tanto da provocare crisi psicotiche come la schizofrenia paranoica; mentre le droghe “leggere” come la Cannabis, interrompono le connessioni neuronali, alterando ,gravemente, la sfera emozionale.
L’abuso di droghe può provocare, nel cervello, danni simili all’ Alzheimer. I neuro-chirurgici che operano giovani pazienti che fanno uso di droghe, trovano solchi nel cervello, come quelli che ci sono nel cervello degli anziani, cellule bruciate.
L’alcol colpisce, come le droghe, diverse parti del cervello come la corteccia orbito-frontale, l’amigdala e l’ippocampo, aree della memoria e delle funzioni cognitive. In Italia, si inizia a bere alcol dagli undici anni causando la dipendenza. In Veneto, oltre 300 adolescenti all’anno, vanno in coma. In poche parole, l’uso di alcol e droga negli adolescenti è, purtroppo, in crescente aumento. Oltre ad esserci danni diretti per esempio malattie cardiovascolari e al danneggiamento dei vasi sanguigni determinando l’aumento di ictus,
droghe e alcol, causano anche danni indiretti che sono quelli dell’apprendimento e della memorizzazione, provocando l’incapacità di reazioni a stimoli esterni e l’incapacità del regolare i nostri comportamenti, quindi questi elementi, modificano la personalità della persona, bruciano importanti aree celebrali come le aree che attivano il piacere (fame, la riproduzione, il sonno, la veglia…) e le aree che regolano il modo di agire a situazioni eterne quindi, il ragazzo, si trova in situazioni di squilibrio tra funzioni che lo spingono al piacere e funzioni che dovrebbero contenere queste pulsioni.
Anche se, queste aree del piacere, potrebbero essere stimolate in altro modo: un esempio è lo sport o la musica, che possono creare interesse al ragazzo evitando di “dirottarlo” verso strade sbagliate.
In questo caso, è necessario l’intervento della famiglia, della società e della scuola; è necessario, anche, sapere quando i giovani cominciano ad assumere droga e alcol attraverso test; questo metodo è molto efficace, perché questi meccanismi di prevenzione possono essere, facilmente, messi in atto.

Costanza Testa

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In questi tempi, la droga è un problema molto frequente, specialmente fra gli adolescenti. Per questi ragazzi la droga è considerata come “la salvezza” in momenti difficili della vita, un modo per sfuggire dal mondo e da tutte le preoccupazioni. E, per queste e altre ragioni i giovani iniziano a drogarsi.
Ma è veramente cosi? La droga dà la salvezza che le persone cercano? Aiuta a risolvere i problemi della vita?

Sicuramente no, perché le sostanze stupefacenti non risolvono i problemi, anzi, li creano portandone non solo a se stesso, ma anche alla famiglia.

Molte persone pensano il contrario perché forse all’inizio, la droga porta fuori dal mondo, non sapendo, però, che questo effetto dura all’incirca mezz’ora. Dopo quell'attimo di sballo artificiale, la persona passa da una massima euforia ad un momento di totale angoscia e depressione: ed è qui che per poter stare di nuovo bene se ne assume ancora. E' un circolo vizioso: facendo così, non solo non si risolve alcun problema, non solo se ne creano altri, ma si corre anche il rischio di morte.

Ogni volta che si assume la droga, infatti, il corpo, la volta successiva ne chiede sempre di più. Questo provoca dipendenza dalla quale è difficile uscire e si può arrivare solo ad un compromesso: farsi aiutare da persone competenti. Se si riesce a capirlo in tempo forse c’è una qualche speranza di salvezza, altrimenti si arriva inevitabilmente a perdere ogni tipo di contatto con il mondo. Anche le persone che all’inizio provano di tutto e “subiscono”ogni atteggiamento del tossicodipendente, arrivano poi al punto di rinunciare. E’ così che si arriva, spesso, purtroppo alla morte, devastati da queste sostanze.

In conclusione si può affermare con assoluta certezza che la vita è bella e troppo breve per sprecarla rovinandosela.

Daniele Giustiniani
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Oggi, droghe e alcool fanno parte della vita quotidiana, soprattutto nei giovani. 
Secondo molti studi, il cervello subisce molti danni a seguito dell'abuso di droghe e alcool, in particolare sui neutro-trasmettitori, sostanze che permettono alle cellule celebrali di funzionare correttamente. 

La droga inizialmente causa un effetto di benessere, ma solo per i primi 10 minuti, trascorsi i quali si ritorna allo stato di prima, se non peggio. 
Non lo sballo, ma ben altri sono gli effetti della droga: alcool e droghe portano danni a livello psichico e accelera la comparsa di malattie terribili, come l’ictus, gli aneurismi e molti altri. La cocaina, droga diffusissima oggi, per la facilità di assunzione, modifica la corteccia prefrontale, da provocare così schizofrenia paranoica, mentre le così dette droghe "leggere" come la Cannabis, interrompono connessioni neurali, alterando la sfera emozionale. L'utilizzo di droghe può provocare danni simili all'Alzheimer. I neuro- chirurgici che operano gli adolescenti, i quali fanno uso di droghe trovano cellule bruciate. L'alcool, come la droga, colpisce alcune zone del cervello, ad esempio la corteccia orbito-frontale, l'amigdala e l'ippocampo. In Italia, si inizia a bere alcool dagli undici anni, così da provocare indipendenza. L'utilizzo di alcool e droghe sta aumentando sempre di più nei giovani. Queste sostanze, oltre a provocare malattie cardiovascolari e il danneggiamento dei vasi sanguigni, provocano anche ictus, difficile apprendimento e memorizzazione. Droghe e alcool bruciano importanti aree celebrali, come ad esempio aree che determinano il piacere (fame, sonno...) e aree che regolano il modo di agire. 

Cosa potrebbe spingere i ragazzi a bere o a drogarsi?Ma perché molti di loro si drogano? Difficile dare una risposta univoca: tuttavia, spesso per il semplice fatto di essere depresse, o nel caso dei giovani, per mostrarsi più grandi, o inìfine per problemi familiari. E così molti di loro non si accettano più per quello che sono e decidono di risolvere i loro problemi drogandosi e bevendo. 
In questo mondo dove tutti vanno di fretta, bisognerebbe parlare con i ragazzi, cercare di aiutarli nei loro problemi e non abbandonarli all'alcool e alle droghe

Ilaria Tolomei

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La Droga

La droga cos' è? Cosa siamo noi? Noi siamo schiavi della società, siamo schiavi di un mondo che non ci accetta e la droga forse è solo la strada del paradiso, in un paradiso dove tutti veniamo accettati, dove siamo in simbiosi col mondo e con la nostra mente... La droga ha avuto un grande impatto nei anni 60/70 con l'importazione della cocaina dalla Colombia in America. In quegli anni tutti si facevano, anche i più famosi, la musica ormai parlava solo di "sesso, droga e rock'n'roll". I cantanti assumevano gli acidi cioè LSD, marijuana, cocaina e così via...La usavano per le loro creazioni, per le loro poesie, per poi cantarle sul palco. Loro usavano la droga per entrare in unaltro mondo, per toccare i confini della realtà, per essere felici. Possiamo citare Jim Morrison, il "Re Lucertola"colui che venerava la morte e gli acidi: per lui erano come caramelle... si faceva per avere ispirazione, per sballarsi oppure per non essere solo. Ricordiamoci anche di Janis Joplin la grande donna con la voce potente, lei si drogava perchè si sentiva sola,perchè non aveva amore...
Ora potremmo continuare a citare tante rock star, ma arriviamo al dunque: tutti questi personaggi sono morti tutti quanti per overdose a 27 anni. La droga non era loro amica come pensavano, ma come diceva J.Morrison "la droga è il biglietto per il divertimento, ma il costo è la vita" perciò la droga era un istante, un attimo che toglieva anni di vita. Passati questi anni di grande rock arriviamo nei anni 90, che la musica principale era il Rap, la musica della strada, che denunciava la vera vita, che parlava di soldi, donne, corruzione e droga. I grandi rapper nelle loro canzoni parlavano della loro vita e quant' è stata difficile la strada per cambiare direzione. Prendiamo ad esempio Eminem, ragazzo cresciuto nei ghetti di Detroit da madre eroinomane e senza padre, perciò si può ben capire che direzione prese la sua vita anzi si può capire anche dal suo naso consumato dalla cocaina. Lui è riuscito a salvarsi ma ora potremmo anche dire che conduce una vita normale?
Ho voluto ripercorrere un pò la storia della droga o forse della musica, ma solo per dirvi che le persone di allora e di oggi hanno i loro problemi. I ragazzi di adesso spesso a 11 anni iniziano con la loro prima sigaretta per farsi vedere grandi magari, a 14 anni il primo tiro di marijuana per poi finire per distrugersi da soli con tutte le droghe che ci sono in giro: oggi basta solo entrare in una discoteca per avere una pasticca di exstasy. Anche solo le sigarette possono distruggere una persona,bloccano i polmoni con il catrame, la nostra pelle invecchia prima del tempo, anche una piccola corsa ci può portare KO!! 
Sappiate che la droga non morirà mai se noi non la ripudiamo perchè quelli che ci rimettono siamo solo noi, come diceva Jim Morrison "Eravamo in due, io e la droga, io sono morto, lei vive ancora".
Brikena Komini
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Oggi come oggi, purtroppo la droga è un problema comune a molti giovani.
Si sente spesso parlare in televisione di questo male frequente a cui i ragazzi non riescono a sfuggire…Serate in discoteca spesso finite in tragedia per colpa dell’alcool o della droga. 

La causa è forse che nell’era in cui si vive, dove tutto è permesso, la noia a volte prende il sopravvento e pur di uscire da ogni regola,gli adolescenti cercano svago nel proibito.

Iniziano a drogarsi insieme agli “amici” pensando di avere degli amici: ma non è così! Perché un vero amico non consiglierebbe mai di fare uso di stupefacenti,che altro non portano se non alla morte. La tossicodipendenza è una cosa seria, da cui non è facile uscire. Una volta entrati in questo giro, la vita va a rotoli in tutti i sensi. Problemi in famiglia, le persone che prima si avevano vicino si allontanano. Ed è qui che viene fuori il vero carattere di colui che inizialmente debole,deve farsi coraggio e trovare la forza e la voglia di farsi aiutare da persone competenti, medici che lavorano nelle comunità di recupero.

E’ solo così, con un lunghissimo periodo di tempo che si può guarire da questa “malattia”.
Non è però così scontato che, anche iniziando a curare la tossicodipendenza, si guarisca, altrimenti sarebbe un male debellato. Nonostante la grandissima informazione che c’è oggi su queste sostanze, sui loro effetti collaterali, purtroppo molte persone continuano a farne uso.

Non c’è distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti, sono comunque droghe che danneggiano in modo permanente e devastante ogni uomo,ed è per questo motivo che bisognerebbe non farne mai uso nella vita.

E’ molto importante saper scegliere le amicizie e avere alle spalle una famiglia solida. Ma non è sempre così,perché a volte il detto “l’abito non fa il monaco” è vero. Si sente spesso: "Ma davvero! Era figlio di bravissime persone!"

Quindi per concludere, si può dire che bisogna solo essere se stessi e non cadere in nessuna tentazione,perché si deve credere nel futuro e sperare sempre che sia migliore!

Daniele Giustiniani
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La droga … un nome come tanti … o forse no! La droga è una delle sostanze più dannose che possano esistere … è una sostanza che rovina la vita di molti ragazzi. Ragazzi che avrebbero potuto studiare, lavorare, fare sport. Invece si ritrovano a vent’anni senza un appiglio a cui aggrapparsi … senza un futuro, ma un vuoto che riescono a colmare solo facendo uso di sostanze stupefacenti!

Ma siamo sicuri che drogandosi i problemi scompaiano? 

No!  Facendo uso di queste sostanze i problemi crescono,  si moltiplicano,  diventano barriere invalicabili! I problemi, che a volte possono apparire insuperabili, possono essere risolti … questo risulterebbe più facile sapendo di aver vicino qualcuno su cui fare affidamento! Il bisogno di droga … è come un campanello d’allarme, perché se si arriva a volerla provare per un po’ di sollievo, di respiro,di benessere pur se per poco tempo, significa che la ragione che provoca malessere sta diventando sempre più pesante, a tal punto di non poterla più sopportare. E’ proprio a quel punto, proprio quando si sta per toccare il fondo, che bisogna prendere in mano la situazione e con molta forza di volontà, risolvere ciò che più turba..! Fare uso di droghe non risolve la difficoltà, ma  riesce solo ad accantonarlo per un po’ di tempo. Dopodiché il problema  si ripresenta, forse anche più grande di prima! 

I soggetti più sensibili a questo tipo di sostanze sono naturalmente i giovani, che durante l’adolescenza sono soggetti a ansie che ai loro occhi appaiono insuperabili, ma solo parlandone e confrontandosi con qualcuno si accorgerebbero che il momento in cui si trovano non è così drammatica. I giovani, però tendono sempre di più a chiudersi in se stessi e la droga diventa l’unico spiraglio di luce! invece non è così! In quel momento,  non pensano che, una volta finito l’effetto di quella sostanza “paradisiaca” , le loro ansie e le loro paure si ripresenteranno. Pensano solo a trovare un alleviamento a quel tormento interiore che li logora . Dopo la prima volta che si è provata questa sensazione di benessere assoluto e di conforto, si ha naturalmente voglia di provare di nuovo quella sensazione, che anche se per poco, riesce a far dimenticare tutte le preoccupazioni! Ed è proprio qui che si comincia ad entrare nel circolo vizioso della dipendenza! Una volta essere diventati schiavi della droga, è molto difficile riuscire a liberarsene. La prima volta che si fa uso di queste droghe, si è sicuramente in uno stato di assoluto piacere, ma già dalla seconda volta il benessere che si prova diventa minore, fino a non soddisfare più l’esigenza di evadere dalla realtà. Una volta finito l’effetto di questa sostanza si cade in una profonda depressione che, agli occhi di quella persona,niente e nessuno può combattere, se non la droga! Questo ciclo diventa una schiavitù che obbliga al loro uso continuativo. Ormai queste persone convivono con la droga, per loro è come un punto d’appoggio, su cui possono fare affidamento ogni volta che ne hanno bisogno! Nei casi in cui, con grande fatica, si riesce a disintossicarsi, il compito più difficile da superare è quello di non ricadere in tentazione! Nei casi in cui, invece, non si riesce ad uscire dall’incubo della tossicodipendenza ci possono essere delle situazioni  estreme in cui il tormento interiore diventa ingestibile, al punto tale da ricorrere a gesti estremi come il suicidio.

Negli anni Sessanta, con l'esplodere della contestazione giovanile e la nascita di movimenti come quello hippy, l'uso della droga si è diffuso a macchia d'olio tra i giovani, diventando fenomeno di massa. È nata così una nuova cultura, o meglio una controcultura. L'assunzione avviene di solito in gruppo, con la partecipazione di tutti i componenti che vivono distaccati dalla società e dalle sue istituzioni, avendo come comune denominatore l'uso della droga. Si riuniscono e si concentrano in particolari aree, che prendono il nome di territorio della droga .In questi casi, ci si droga per farsi notare, o per ribellarsi. Questo accade nei gruppi di amici, in cui magari si vogliono fare nuove esperienze che possono sembrare apparentemente divertenti, ma che a volte riservano delle tragiche “sorprese”! Davanti ad una tentazione così forte, è difficile rifiutare, perché ci si trova davanti a due opzioni: essere considerati vili o essere considerati  dei “grandi”. Molto spesso i giovani preferiscono salvaguardare la reputazione di leader piuttosto che fare scelte sane e responsabili. Nei momenti di puro sballo non riescono a capire cosa è giusto e cosa è sbagliato , pensano a divertirsi, imbattendosi, inconsapevolmente, in un vortice da cui non usciranno illesi (se ne usciranno)!

Purtroppo il problema della droga nel nostro paese è ancora molto diffuso. Sarà forse perché i giovani hanno poco spazio per condividere ansie, insicurezze e paure?  Sarà perché si ricorre troppo spesso a soluzioni drastiche? O forse perché le angosce vincono sulla ragione?

Marta Trinchieri
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La droga è una sostanza stupefacente utilizzata, in gran parte, dagli adolescenti. Essa è divisa in due grandi gruppi: le droghe leggere e le droghe pesanti che, a loro volta, si dividono in droghe naturale e sintetiche. 
Le persone fanno uso di droga per essere popolari, per sballarsi, per entrare a far parte di un gruppo e per dimenticarsi dei propri problemi. La maggior parte dei cosiddetti “drogati” hanno iniziato con un semplice “spinello”, pur essendo coscienti che lo sballo, l’euforia che si prova la prima volta non lo si prova più. E proprio per questo motivo che sono andati alla ricerca di una sostanza più forte che, in pochi istanti consuma voglie e sogni. In alcuni casi, infatti, non esisterà una seconda volta. Da un utilizzo mensile, si arriva ad un utilizzo quotidiano: la mattina, ci si sveglia pensando ai soldi da trovare per comprarla e la sera si va a dormire con lo stesso, identico pensiero, non riuscendo a farne a meno e diventandone dipendenti.
Trovo stupido andare a rifugiarsi nella droga, perché, una volta finito l’effetto, si ritorna alla normalità, di conseguenza alla noia e alla depressione di prima. Da una semplice “canna”, si può passare, tranquillamente, a droghe pesanti: capaci di "farti sentire un Dio", queste droghe sono capaci di dare massima esaltazione per un quarto d’ora per poi far cadere nella depressione e nell’angoscia più totale, creando degli sbalzi d’umore alluncinanti. 
Anche se si fosse la persona con più problemi al mondo non si deve fare uso di sostanze stupefacenti, perché, oltre ai problemi che si hanno, se ne creano altri. Studi scientifici dimostrano che perfino l’utilizzo delle “pasticche dell’universitario” creano danni irreparabili al sistema nervoso. Inoltre, una volta iniettata della droga nel nostro organismo questa, va ad infilarsi in tutte le parti del nostro corpo, portando gravi malattie, come il cancro. Viene considerata droga anche l’alcool, perché anche questo crea dipendenza.
La droga è come una mano che ti trasporta con sé e non ti lascia più, capace di far dimenticare di avere una famiglia, degli amici e una vita.

Flavia Mercuri