venerdì 27 gennaio 2012

Seme di riflessione 1: il rispetto di sé

Parlando dei disagi con i ragazzi, spesso escono frasi come: "Non hanno rispetto, non hanno rispetto né di sé e né degli altri".


Cominciamo quindi a riflettere...in positivo su alcune questioni.


Cosa vuol dire AVERE RISPETTO PER SE' E PER GLI ALTRI?


Alcuni semi di riflessione ci possono aiutare:




Scriviamo qui sparse le idee che ci son venute: RISPETTO è....
Ora una filastrocca:

Cresta rossa un giorno ha detto:

Sono un gallo di rispetto,

quel che dico è sempre legge, 

sennò poi chi vi protegge?

Ma pollastra penna bianca

dimenando forte l'anca

fece: Coccococcodè

vuoi rispetto solo te?

Tutti qui siamo animali

e contiamo tutti uguali

e se io RISPETTO te

anche tu rispetta me. 


E la lettura di Il linguaggio universale dell'amore di Pierpaolo Zizzi (contenuta in "Le Fiabe per affrontare litigi e conflitti" di Maria Calabretta)

E scriviamo ancora:

Un bel video di Bruno Bozzetto:



Proviamo a leggere anche questa storia:

Un pesce fuor d’acqua






Sal era un pesciolino alquanto anomalo, amava nuotare a pelo d’acqua, a differenza di tutti gli altri pesci della sua comunità che nuotavano ad una certa profondità. Gli abissi del mare per Sal però erano troppo bui ed egli aveva sempre cercato di raggiungere quella luce chiara che fievolmente filtrava attraverso la superficie dell’acqua. A causa di questo suo modo d’essere, il pesciolino era da tutti considerato un “diverso” e per questo isolato. Talvolta Sal correva tra le lacrime dalla sua mamma, che lo amava più di ogni altra cosa, e che era solita dirgli:

Tesoro la diversità non è un difetto ma è il secondo nome della normalità, quello che siamo soliti non usare. La regola che governa il nostro mondo si basa sul principio della promiscuità o diversità. Non esiste in natura nessuna cosa identica all’altra, anche ciò che all’apparenza sembra appartenere a un gruppo omogeneo è a sua volta composto da individui diversi gli uni dagli altri.

Prendi per esempio quel gruppetto di alghe laggiù e osservale, vedrai che seppur ti appariranno tutte identiche, prese singolarmente saranno una diversa dall’altra. Tutto in natura segue la stessa legge, pertanto che tu sia diverso non mi fa meraviglia perché siamo tutti diversi. Anche se talvolta preferiamo guardare la diversità negli occhi degli altri piuttosto che riconoscerla in noi stessi e questo solo per paura.

E’ molto più facile sentirsi parte integrante di un gruppo, perché in questo modo ci sentiamo meno fragili, e le nostre paure più profonde trovano in questa illusione un’oasi di pace.

Pertanto non te la prendere più di tanto figlio mio, coloro che ti giudicano oggi non hanno ancora osservato bene se stessi, e sono molto indietro rispetto a te sulla scala dell’evoluzione personale. Quando un dì riusciranno ad osservarsi con lo stesso senso critico che oggi usano per giudicare te, capiranno di non essere infine tanto diversi da chi giudicavano.

Nonostante le sagge parole della mamma il povero Sal si sentiva sempre più triste, forse se fosse stato un’alga invece che un pesce avrebbe sofferto molto meno di come invece soffriva. Nel suo cuore c’era una fiammella eternamente accesa, ed era quella luce che lo spingeva ad uscire da quel buio degli abissi in cui viveva, ma nessuno lo avrebbe mai potuto capire.

Un giorno particolarmente buio il giovane pesce salutò idealmente il suo mondo, al quale ormai non si sentiva più legato, e incominciò a nuotare verso quella luce che filtrava sopra il mare. Giunto a pelo d’acqua si fermò per un attimo e gli ritornarono alla mente le parole degli anziani :

Salomone ascolta, solo pochi sprovveduti hanno superato il confine tra il mondo inferiore e il mondo superiore, e chi lo ha fatto non è più tornato a raccontarlo!

Ma Sal era disperato e senza pensarci su due volte saltò fuori dall’acqua, trovandosi a volare leggero nell’aria limpida e luminosa del giorno. Pochi istanti di quella visione di luce e cielo gli diedero un’energia mai provata prima, si sentì immerso completamente nell’amore. Nel ricadere in mare con gli occhi colmi di lacrime di gioia, Sal decise di raccontare agli anziani cosa aveva visto, e con entusiasmo descrisse tutte le bellezze che aveva potuto osservare, raccontò che al di sopra del mare c’era un altro mondo pieno di luce e aria respirabile, e che bastava solo crederci per rompere il sottile velo che divideva i due mondi. Gli anziani lo ascoltarono e poi decretarono che il giovane pesce era impazzito completamente, nessuno era mai tornato da lì per poterlo raccontare e poi dissero, ma giusto per accontentarlo:

Portaci un segno e ti crederemo!

Sal si sentì ancora più solo, in effetti si era sempre sentito come un pesce fuor d’acqua anche nel suo mondo, e ora che lo era davvero nessuno gli credeva. Risalì di nuovo sopra il livello del mare, voleva portare agli abitanti degli abissi un segno tangibile della sua scoperta. Emerse con la testa dal mare e rivide quel meraviglioso panorama, un cielo immenso e luminoso tagliato di tanto in tanto dal volo di coloratissimi uccelli, e un sole splendente. La bellezza di quel luogo lo incantava ma non vi era nulla che potesse portare via, ciò che aveva trovato lì era l’armonia dell’anima. Mentre era preso e compreso dai suoi pensieri un uccello dalle larghe ali gli venne incontro chiedendogli perché fosse tanto triste, e il giovane pesce gli raccontò il suo dilemma. L’uccello sorrise dicendogli:

Se ho ben capito devi portare lì giù da Voi un segno dell’esistenza di questo mondo, altrimenti non ti crederanno mai. Ebbene non è poi tanto difficile, ci penserò io!

Il variopinto uccello si allontanò qualche minuto e poi tornò portando nel becco un ramoscello che consegnò a Sal dicendo:

Questo frutto cresce solo in questo luogo, nessuno potrà mai obiettarti la sua origine, perché loro sanno che il ramo che porti nasce da un grande albero.

Sal sorrise felice e chiese all’uccello di che frutto si trattasse e l’uccello:

Il ramoscello che ti ho dato è di un albero di ulivo simbolo di pace, e di questa pace tu sarai messo. Va’ dagli anziani, loro sapranno riconoscerne il valore.

Il giovane pesce scese negli abissi portando con sé il ramoscello d’ulivo e lo consegnò agli anziani i quali, così come aveva detto l’uccello, non poterono più dubitare della sua buona fede. Sal non si sentì mai più come un pesce fuor d’acqua, e neanche la sua comunità lo considerò più tale e da quel giorno nessuno più usò la parola “diverso”, che venne abbandonata in luogo del suo secondo nome “normale”.
Riflessioni:

Una videopoesia...per riflettere ancora: I bambini imparano ciò che vedono (di un anonimo scrittore; qui il testo)


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Per chiudere, un pensiero di Kahlil Gibran
Essere amico
è imparare a vedere il buono e il bello 
che possiede ogni essere
e ammirare.
Essere amico è chiedere e dare il perdono
e dimenticare.
Essere amico è ringraziare sempre 
e rendere felice. Essere amico è rimanere al fianco di chi non spera più nulla
e amare. 


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A voi adesso la parola, segnalando materiali che ci parlino (nel profondo) di RISPETTO DI SE E DELL'ALTRO.

giovedì 19 gennaio 2012

L'adolescenza- IIA IIIB



È  da alcuni giorni che non mi sento capita, mi sento confusa. A volte mi sento già matura, invece a volte mi sento più piccola. Mi passano per la testa mille idee, alcuni impossibili. Non so più a chi dire le cose che sento, nessuno potrà capirmi. Se confido con le amiche loro dicono che solo io riesco a pensare certe cose, invece se io non le capisco, se la prendono con me. A volte mi chiedo se siamo vere amiche, perché un amico ti capisce e ti aiuta. Con i miei genitori non riesco a parlare di queste cose perché inizieranno sempre con la solita storia:
"Devi pensare solo allo studio, quest'anno hai gli esami!". 
Io non riesco a dedicarmi con molta attenzione allo studio se ho nella mente queste idee. Non so se faccio bene a tenermi tutto dentro. I miei amici mi dicono che dovrei prima mettere al posto le idee e poi parlare. Invece i miei genitori dicono che non mi  confido mai con loro e così  mi rinchiudo sempre in me stessa. Dicono che le mie amiche non sono vere amiche, ma solamente conoscenti perché gli amici ti aiuteranno sempre. A volte credo che abbiano ragione, ma allora con chi posso confidarmi? Per questo io prendo una penna e un foglio e inizio a scrivere frasi senza nessun collegamento, quello che mi passa per la testa lo scrivo. Lì, nessuno potrà giudicarmi su quello che da grande voglio fare, per le cose che penso o per le scelte che faccio.
Io vorrei dire ai miei genitori che da grande vorrei viaggiare nel mondo per aiutare gli animali, le persone in difficoltà  e vorrei migliorare il nostro ambiente.
Se mi piace qualche cantante che ai miei amici non piace, loro iniziano subito a giudicarlo, ma io non rispondo, anzi accetto le loro preferenze. È il mio carattere, accetto tutto e penso solamente alle mie scelte senza mollare. Forse non sono gli amici giusti per me o forse sono io che sto facendo tutto male per non farmi capire?
Un amico che non potrà mai deludermi è la mia penna e il foglio bianco che riempio con le cose che sento dentro di me!
                                                                 Donika Dimitrova 




L’ADOLESCENZA

Dopo la preadolescenza che va dai 10 ai 13-14 anni, si passa all’adolescenza, un tratto dell’età evolutiva che va fino ai 18 anni.
E’ in questo periodo che nei ragazzi avvengono dei cambiamenti: non si è più bambini e si cominciano ad avere atteggiamenti da adulti. E’ un momento molto difficile perché è a quest' età che cominciano a nascere dei problemi e si comincia a diventare responsabili delle proprie azioni. 

Anche sul corpo avvengono dei mutamenti: si cresce di statura, si cominciano a vedere i primi muscoli oppure i primi peli sulle gambe e sulle braccia. Sia i ragazzi che le ragazze tendono a seguire la moda e gli amici e a non ascoltare più quello che dicono i genitori. 

Inizia a cambiare anche il carattere: diventano più timidi con gli adulti e ogni piccolo segreto che hanno lo raccontano subito all' amico e non si consultano più con i genitori. Sono agitati e nervosi: qualsiasi cosa gli si dice dà loro fastidio; passano molto tempo con gli amici e a fare sport; cominciano a dimenticare anche la scuola e farebbero qualsiasi cosa per passare il pomeriggio intero con gli amici invece che studiare.

Cominciano anche a curare il proprio aspetto fisico e le femmine iniziano a truccarsi. Cambiano anche il linguaggio con la famiglia, a volte sono anche un po' volgari e abbassano la media dei voti a scuola. A differenza dei ragazzi che sin da piccoli hanno un carattere un po' più duro, nelle ragazze si nota di più il cambiamento perché, se fino a 9, massimo 10 anni, stanno sempre con i genitori, da 11 anni in poi non li considerano quasi per niente. 

A quest' età cominciano a nascere anche i veri sentimenti: si conosce meglio il sentimento dell' amicizia; si capiscono quali sono i veri amici e quali sono le persone di cui non ti puoi fidare; nascono i primi fidanzamenti e i primi innamoramenti...

Questa è l'età più difficile, ma anche la più divertente di tutta la vita.

Gizzi Camilla II A

lunedì 2 gennaio 2012

Voci per la solidarietà: Decalogo del rispetto -IIIB

E chiudiamo la carrellata con il lavoro dei ragazzi di IIIB (Prof.ssa Enrica Micocci), che hanno redatto insieme le regole d'oro per il RISPETTO dell'altro. I ragazzi hanno elaborato i dieci ingredienti che non devono mai mancare in una relazione umana, mettendo come minimo comun multiplo il rispetto...perché AMARE VUOL DIRE RISPETTARE.


Ecco a voi il video del decalogo,  realizzato da Donika Dimitrov e Alessia Gentilezza , video che ha accompagnato la lettura al Teatro.




Voci per la solidarietà: Voi che ascoltate in rime sparse i miei pensieri - IIB

La classe IIB (prof.ssa Regina Spoletini) ha invece approfondito il tema dell'emozione, della comunicazione empatica, attraverso le liriche dei ragazzi.


Sono poesie che parlano di accettazione della diversità, perché AMARE VUOL DIRE ACCETTARE LA DIVERSITA'.


In questo video, alcune delle poesie dei ragazzi
Chiunque della classe IIB voglia pubblicare gli altri testi, può incollarli qui come commento.


Buona lettura


Voci per la solidarietà: Il pappagallo e la scimmietta - IB-

Proseguendo la pubblicazione dei lavori dei ragazzi, eccoci alla favola redatta dalla classe IB (prof.ssa Regina Spoletini).


Protagonisti questa volta un pappagallo e una scimmietta, per parlare di accoglienza e rispetto dell'altro, perché AMARE VUOL DIRE ACCOGLIERE L'UNICITA' DELL'ALTRO.


Ecco quindi a voi il video che ha accompagnato la lettura del testo presso il Teatro
(il testo completo sarà pubblicato a breve)