lunedì 27 febbraio 2012

Conosciamo le droghe e...perché ci si droga - IIIA

Finalmente oggi abbiamo ripreso a lavorare al Progetto, dopo la pausa per neve e diversi problemi tecnici.


In questo POST avevamo già iniziato a parlare di droga (chi non lo ha ancora visto, approfitti). Oggi, grazie al materiale che il sito www.drugfreeworld.org mette a disposizine, siamo tornati sull'argomento, con l'idea sia di approfondire la conoscenza delle droghe, sia di riflettere sul perché i ragazzi si droghino.


Così, approfondendo anche quello che qualche tempo fa avevamo analizzato e strutturato in QUESTA MAPPA, oggi abbiamo visto due documentari-testimonianze, sulla marijuana e sull'exstacy.





I ragazzi sono rimasti in silenzio, attoniti...in classe il silenzio stavolta è stato veramente rumoroso: sembrava difficile per tutti parlare e commentare.
Ma siamo andati avanti lo stesso, chiedendoci PERCHE' I RAGAZZI, NONOSTANTE SAPPIANO, SI DROGANO.


Questi gli spot che abbiamo visto:


"Sarai un grande" 





E' vero secondo voi che chi si droga lo fa per essere grande? quanto è vero?


 "Sarai dei nostri"




Ci si droga per essere accettai da un gruppo? Sì? quanto?


 "Il massimo sballo"






E' vero? ci si droga per sballarsi? Quanto è vero secondo voi che si arriva alla droga perché ci si vuole sballare?



Non aggiungo altro. A voi le riflessioni, come vi ho detto in classe, da consegnare per venerdì.
Accanto al compito, sono, ovviamente, ben accette riflessioni più personali, poesie, video, slogan, disegni e quant'altro possa aiutarvi ad esprimere quello che provate.
La prof. Galizia

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi dicevi “Fallo anche tu! E’ divertente! E’ uno sballo! Non sai cosa ti perdi!”
E non riesco a guardarti su quel letto, pallido come un lenzuolo, immobile come una statua, con gli occhi chiusi ed un silenzio più eloquente di una parole. Chissà se adesso mi avresti detto lo stesso. Chissà se mi avresti detto di provare. Chissà se saresti stato felice di essere accompagnato in quest’avventura. Te l’avevo detto io, che prima o poi ti saresti messo in qualche guaio. Te l’avevo detto che questa cosa stava finendo per ucciderti. E ora ti ritrovo su un letto d’ospedale, appeso alla vita con le unghie e con i denti. Chissà che effetto ti fa. Chissà a che cosa stai pensando in questo momento. Chissà se ti stai pentendo ti tutto ciò che hai fatto. E ricordo quando mi gridavi di andarmene, di allontanarmi da te, di non incontrarci mai più. Quando sbattevi a terra ogni cosa che ti capitava per le mani. Quando quell’urlo straziante mi entrava nelle orecchie e mi causava tanto dolore. Potevo forse lasciarti al tuo destino? Potevo lasciarti anch’io? Potevo starmene con le mani in mano mentre ti vedevo morire? No, non l’ho fatto. Ti sono stato vicino. Ti ho pregato di smettere. Ti ho chiesto di restarmi vicino. Non l’hai fatto. Mi dicevi che ormai era più forte di te e che non c’era più nulla da fare, che saresti morto, che non ci sarebbe più stata un opportunità di essere felice. Ed ora che forse non ce la farai, vorrei prendere la candeggina e bruciare il mio cervello pur di dimenticare i tuoi ultimi sorrisi. Per te mi terrei anche i danni cerebrali. No. Non scapperò dalla realtà come hai fatto tu. Mi rialzerò più forte e andrò avanti per la mia strada.
Quest’inferno cominciò in una lunga notte di luglio. Avevamo deciso di andare in quella discoteca. Anzi, diciamo che lo avevi deciso tu, e per convincermi non avevi smetto un attimo di chiacchierare e mi avevi fatto una testa così. Erano almeno le 2:00 del mattino e avevamo deciso di tornarcene a casa per evitare guai. Ma non mi ero accorto dei tuoi i sogni e dei tuoi pensieri. Non ero ancora in grado di leggere il segnale di aiuto che i tuoi occhi lanciavano. Ti serviva un salvagente, ma pensavo troppo a me stesso per potertelo lanciare. Eri rimasto impietrito a guardare dei ragazzi che ballavano già da due ore. Non riuscivo a capire come, ma dovevo trascinarti via in fretta da quel luogo. Ma eri immobile, non volevi muovere un piede, dannazione. Avrei avuto più successo se fosse stata una statua. Forse stavi vedendo davanti a te il tuo salvagente, il modo per uscire dai problemi, il modo per cambiare definitivamente la tua vita.
(Elisa Carrarini - Continua)

Anonimo ha detto...

Credevi forse che l’avresti cambiata meglio? Credevi che avresti risolto tutti i tuoi problemi? Credevi che saresti stato finalmente in paradiso? E se invece sotto il paradiso ci fosse l’inferno? Tu queste considerazioni non le avevi fatte. Stavi cominciando a nuotare per afferrare quel maledetto salvagente. Ricordo perfettamente le tue parole, che sembravano uscire dall’oltretomba “E se provassimo anche noi? La droga è la soluzione a tutti i problemi. E’ la soluzione che mi arriva per evadere dalla realtà”. No! Volevo risponderti, ma eri già scappato via dalle mie mani. A quel punto decisi di tornare a casa. Non volevo che mi coinvolgessi con il tuo “stupido” giochetto.
Soltanto dopo qualche giorno dopo venni a chiedermi aiuto. Mi dissi che eri incontrollabile.
La droga lo rendeva brutale, violento, una macchina da guerra. Ormai si era arruolato come soldato del male nelle mani della droga. Non era più al controllo delle sue azioni. Era un burattino. Agiva nella volontà del suo Signore. C’era qualcuno a muovere i suoi fili.
Mi spiegavi che non c’era più via d’uscita, che ormai eri caduto in quell’immenso vortice di disperazione. Cominciavi a urlare, a piangere senza un motivo, mi prendevi le mani, ma le stringevi talmente forte da bloccare il sangue. Tremavi, ululavi. Non sapevo cosa fare. Mi spiegavi che lo avevi fatto per fuggire dalla realtà e dai tuoi problemi, per sballarti e per ribellarti ai tuoi, per sentirti grande e popolare e per inserire te stesso e me in quel gruppo di ragazzi che, sinceramente, a me non era mai piaciuto. Evidentemente avevo ragione. Non ci si deve mai fidare delle persone che non si conoscono.
(Elisa Carrarini - Continua)

Anonimo ha detto...

Cominciava a farmi rabbia. Come si possono risolvere i problemi in questo modo? Come si può evadere dalla realtà attraverso la droga? Come si può scappare da tutto e da tutti senza aver almeno provato a trovare delle risposte? Erano settimane che il suo buonumore era scomparso. Aveva problemi con la sua famiglia, con la scuola, con gli amici, con qualsiasi cosa. Non riusciva a risolverne nessuno. Eppure dedicava tanto tempo a migliorare la sua vita. Non lasciava scivolare via il controllo della sua esistenza. Eppure si è lasciato scivolare in una soluzione facile, che altro non è che un ennesimo problema. Voleva dimenticare tutto, voleva poter volare, voleva sognare. Si drogava. La sua euforia era a 1000. Il suo effetto svaniva. Era distrutto ancor più di prima. Ne voleva ancora. Si drogava. Dimenticava tutto. L’effetto finiva. Era distrutto. Ne voleva ancora. I suoi problemi non si sono risolti. E se dovesse risvegliarsi da quel letto d’ospedale dovrà sistemare tutto ciò che ha combinato.
Era da tanto che pensava ad un modo per ribellarsi alla sua famiglia che, secondo lui, gli stava troppo alle costole. Voleva ribellarsi contro i suoi amici, che secondo lui, non lo accettavano per come era ( l’unico che gli era rimasto fedele, diceva, ero io, perché gli dicevo tutto ciò che pensavo in faccia). Voleva ribellarsi contro la società intera che, secondo lui, era troppo corrotta e senza cuore. Può davvero, un fenomeno come questo, punire una famiglia, degli amici o addirittura la società? Si, sicuramente può farlo. Ora l’unica cosa che riesco a capire di tutta questa faccenda è il dolore della sua famiglia e dei suoi amici.
E il suo desiderio principale era un altro? Voleva diventare popolare. Voleva essere “Guardato con ammirazione da tutti i marmocchietti che incontravamo per strada”. Era questa la popolarità di cui aveva bisogno? Non era migliore essere popolare per aver fatto qualcosa di importante o di speciale? Per essere il migliore? Per saper essere davvero unico? Non era il giusto modo di essere popolare, quello. Ma dopotutto, lo si può biasimare? Voleva essere amato. Voleva essere rispettato. Voleva essere ammirato. Sognava di essere considerato un idolo, ma non sapeva che la droga lo avrebbe allontanato da tutto e tutti.
Ma la cosa che davvero mi faceva più rabbia era un’altra. Era comprensibile che volesse farlo per risolvere i suoi problemi. Era comprensibile anche che volesse ribellarsi alla sua famiglia o che volesse sentirsi grande. Ero arrivato sul punto di odiarlo per ciò che stava facendo. Non si può compiere un gesto così estremo solo per essere accettato all’interno di un gruppo in cui tutti sono uguali e tutti la pensano allo stesso modo. Dov’è la diversità nel mondo? Se fosse così potremmo riprodurci col ‘copia e incolla’. Saremmo tutti uguali. Stesso volto, stesso corpo, stessa mente. Se tutti ci drogassimo il mondo sarebbe un esercito di belve che lottano tra di loro per il solo gusto di farlo. Saremmo solo un ammasso di depressi che si contende quella roba perché nessuno sarebbe più capace di controllare la propria testa. Sarebbe solo un ammasso di zombie che vengono tirati per il naso. E la droga non è altro che un enorme calamita. Una calamita capace di attirare anche le bestie più feroci e intelligenti. Un enorme calamita in grado di far attraversare ogni oceano, ogni foresta, ogni deserto. Ed è per questo che esiste la diversità di pensiero in ogni persona.
Ma tu non l’avevi ancora capito, vero?
E finalmente ho deciso. Userò la tua storia, amico mio, per evitare che altri giovani cadano in questa trappola. Per evitare che altri giovani risolvano i loro problemi con la droga scriverò, scriverò, scriverò fino alla notte. Scriverò perché altre storie non finiscano come la tua. Devo dirti grazie ancora una volta. Ti starò vicino. E quando aprirai i tuoi occhi color smeraldo ti aiuterò ad uscire dall’incubo che ti ha inghiottito.

ELISA CARRARINI IIIA

Anonimo ha detto...

La Droga
La droga cos' è? Cosa siamo noi? Noi siamo schiavi della società, siamo schiavi di un mondo che non ci accetta e la droga forse è solo la strada del paradiso, in un paradiso dove tutti veniamo accettati, dove siamo in simbiosi col mondo e con la nostra mente... La droga ha avuto un grande impatto nei anni 60/70 con l'importazione della cocaina dalla Colombia in America. In quegli anni tutti si facevano, anche i più famosi, la musica ormai parlava solo di "sesso, droga e rock'n'roll". I cantanti assumevano gli acidi cioè LSD, marijuana, cocaina e così via...La usavano per le loro creazioni, per le loro poesie, per poi cantarle sul palco. Loro usavano la droga per entrare in unaltro mondo, per toccare i confini della realtà, per essere felici. Possiamo citare Jim Morrison, il "Re Lucertola"colui che venerava la morte e gli acidi: per lui erano come caramelle... si faceva per avere ispirazione, per sballarsi oppure per non essere solo. Ricordiamoci anche di Janis Joplin la grande donna con la voce potente, lei si drogava perchè si sentiva sola,perchè non aveva amore...Ora potremmo continuare a citare tante rock star, ma arriviamo al dunque: tutti questi personaggi sono morti tutti quanti per overdose a 27 anni. La droga non era loro amica come pensavano, ma come diceva J.Morrison "la droga è il biglietto per il divertimento, ma il costo è la vita" perciò la droga era un' istante, un'attimo che ti toglieva anni di vita. Passati questi anni di grande rock arriviamo nei anni 90, che la musica principale era il Rap, la musica della strada, che denunciava la vera vita, che parlava di soldi, donne, corruzione e droga. I grandi rapper nelle loro canzoni parlavano della loro vita e quant' è stata difficile la strada per cambiare direzione. Prendiamo ad esempio Eminem, ragazzo cresciuto nei ghetti di Detroit da madre eroinomane e senza padre, perciò si può ben capire che direzione prese la sua vita anzi si può capire anche dal suo naso consumato dalla cocaina. Lui è riuscito a salvarsi ma ora potremmo anche dire che conduce una vita normale?
Vi ho voluto raccontare un pò la storia della droga o forse della musica, ma solo per dirvi che le persone di allora e di oggi hanno i loro problemi. I ragazzi di adesso spesso a 11 anni iniziano con la loro prima sigaretta per farsi vedere grandi magari, a 14 anni il primo tiro di marijuana per poi finire per distrugersi da soli con tutte le droghe che ci sono in giro: oggi basta solo entrare in una discoteca per avere una pasticca di exstasy. Anche solo le sigarette possono distruggere una persona,bloccano i polmoni con il catrame, la nostra pelle invecchia prima del tempo, anche una piccola corsa ci può portare KO!! Sappiate che la droga non morirà mai se noi non la ripudiamo perchè quelli che ci rimettono siamo solo noi, come diceva Jim Morrison "Eravamo in due, io e la droga, io sono morto, lei vive ancora".

Brikena Komini

Anonimo ha detto...

Oggi come oggi, purtroppo la droga è un problema comune a molti giovani.
Si sente spesso parlare in televisione di questo male frequente a cui i ragazzi non riescono a sfuggire…
Serate in discoteca spesso finite in tragedia per colpa dell’alcool o della droga. La causa è forse che nell’era in cui si vive,dove tutto è permesso,la noia a volte prende il sopravvento e pur di uscire da ogni regola,gli adolescenti cercano svago nel proibito.
Iniziano a drogarsi insieme agli “amici” pensando di avere degli amici: ma non è così! Perché un vero amico non consiglierebbe mai di fare uso di stupefacenti,che altro non portano se non alla morte. La tossicodipendenza è una cosa seria, da cui non è facile uscire. Una volta entrati in questo giro,la vita va a rotoli in tutti i sensi. Problemi in famiglia, le persone che prima si avevano vicino si allontanano. Ed è qui che viene fuori il vero carattere di colui che inizialmente debole,deve farsi coraggio e trovare la forza e la voglia di farsi aiutare da persone competenti, medici che lavorano nelle comunità di recupero.
E’ solo così, con un lunghissimo periodo di tempo che si può guarire da questa “malattia”.
Non è però così scontato che anche iniziando a curare la tossicodipendenza, si guarisce, altrimenti sarebbe un male debellato. Nonostante la grandissima informazione che c’è oggi su queste sostanze, sui loro effetti collaterali, purtroppo molte persone continuano a farne uso.



Non c’è distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti, sono comunque droghe che danneggiano in modo permanente e devastante ogni uomo,ed è per questo motivo che bisognerebbe non farne mai uso nella vita.
E’ molto importante saper scegliere le amicizie e avere alle spalle una famiglia solida. Ma non è sempre così,perché a volte il
detto “l’abito non fa il monaco” è vero. Si sente spesso: ma davvero! Era figlio di bravissime persone!
Quindi per concludere, si può dire che bisogna solo essere se stessi e non cadere in nessuna tentazione,perché si deve credere nel futuro e sperare sempre che sia migliore!

Daniele Giustiniani

pirozzi ha detto...

cari ragazzi, vi seguo con passione e purtroppo discontinuamente. seguo in particolare quanto fate contro la droga. Con dei ragazzi a scuola, non miei alunni, stiamo gfacendo un porogetto sulla legalità.Dembra che non ci azzecchi nulla, ma non è così. Anche il nostro progetto è contro una droga, i comportamenti illegali. che, come una droga, pare che siano una scorciatoia per la soddisfazione di alcuni desideri e soprattuto sono una scorciatoia contro la fatica - perchè è faticoso - di crescere. Tutto là, a portata di mano, a portata di male, per cui ci troviamo facilmente le cose tra le mani,ma ci sfugge la cosa più bella dell'adolescenza, vederci cambiare davanti allo specchio, vederci, anche con un po' di spavento, diversi da ieri e aspettare domani per vederci ancora diversi. non sono soltanto le cose, che ci fanno grandi o felici, ma come in un grande allenamento, è lo sforzo per riuscirci, aiutati da adulti capaci di farlo, capaci di farci capire che sbagliare, faticare non sono fallimento ma sono apprendimento.
ora, per voi come per noi, sarebbe facile risolvere iproblemi di droga e illegalità facendo tante prediche, vittime noi adulti e voi che ci ascoltate, della droga della parola inutile che ascoltiamo solo noi, come se lottare contro qualcosa si risolvesse con un tema in classe. NO, questa strada l'abbiamo scartata e abbiamo scelta quella di far crescere gli anticorpi, quella di proporre - correndo anche noi dei rischi di fallimento -delle esperienze faticose ma significative, in cui sia la vita stessa che facciamo, l'esperienza che facciamo a distruggere almeno in parte il rischio della scorciatoia delle droghe e dell'illegalità. stare assieme per fare le cose, discutere con e non solo ubbidire ai grandi, decidere, fare con le nostre mani, provare a essere felici dopo la fatica, non al posto della fatica, questo è quello che proviamo a fare. conoscere altri ragazzi, altri posti, altre possibilità di altri futuri...Mi pare che ce l'abbiate fatta e adesso vado adrogarmi di questo bellissimo pensiero, di ragazzi che hanno fatto la cosa giusta, che stanno vivendo invece di illudersi di farlo. Magari un giorno ci incontriamo e vi porto le mozzarelle. abbracciatemi cristina.
salvatore pirozzi, da Napoli