lunedì 3 dicembre 2012

La disabilità: diversi da chi? - Ie IIe IIIe

Sensibilizzare i ragazzi alla accettazione di sé, della propria personalità e della propria unicità non può avere che come risvolto necessario, come faccia della stessa medaglia, quella dell'accettazione dell'altro, così come è, nel suo modo di essere ragazzo/ragazza/uomo/donna: persona.

Ad aiutarci a riflettere su questo, qualche giorno fa, è stata la signora Loretta, vicepresidente dell'Associazione Culturale GruppoLogos.



Il tutto è iniziato...parlando di fatti, non di luoghi comuni: la vita difficile, ma intensa, breve ma vissuta al massimo, di Michel Petrucciani:



Loretta ci ha raccontato la storia di questo piccolo grande uomo...

...di quando da piccolo chiese il pianoforte, perché le mani erano l'unica parte che l'osteogenesi imperfetta (o malattia delle ossa di cristallo) gli lasciava indenne...
...di quando i genitori non diedero peso a questa richiesta e gli comprarono il pianoforte giocattolo...
...di quando, finalmente con uno strumento scordato, ma degno di questo nome, cominciò a suonare, rompendosi spesso, per la foga dell'esecuzione...
...di quando, durante un concerto di un famoso jazzista, il pianista si assentò e lui fu chiamato a sostituirlo...
...degli applausi scroscianti che seguirono a quel concerto...
...del nome che presto si diffuse nell'ambiente...
...dell'America a 13 anni...
...delle clavicole rotte o del coccige fratturato durante il concerto, continuando ciononostante a suonare...
...dell'amore per la musica e per le belle donne...
...e della sua fine a 36 anni, per le complicazioni di uno stupido raffreddore.

60 adolescenti ascoltano in silenzio...e spesso mi guardano con degli occhi stralunati, come a dire: "ammazza però che tipo!".

Ma la vita di Loretta, che pure non è stata sotto i riflettori, non è da meno, per tenacia e forza di volontà.
La malattia le fa visita subito, a 3 anni e da allora camminerà con lei: le ossa che fanno male, che si piegano, la vista che se ne va, la fanno crescere ben più velocemente dei suoi coetanei, ma le tolgono anche molto...Le feste di compleanno a cui lei non era invitata, perché disabile, le gita a scuola, da cui era esclusa, perché "complicata da gestire", le interrogazioni in piedi, anche se non poteva stare ferma, "perché lei era uguale agli altri"...
Ma Loretta, con caparbia e testardaggine va avanti: liceo, università, Erasmus in Francia, laurea in filosofi, associazione culturale, saggi, organizzazione incontri. E oggi incontri nelle scuole. Un curriculum che certo fa diventare piccolo piccolo chi parla di bamboccioni, choosy e cocchi di mammà.
Loretta parla con sicurezza: il tono di voce è di una donna che ha lottato diventando forte e sicura, quasi severa, con sé stessa. Racconta tutta la sua storia, della sua fatica per laurearsi, facendo prima fotocopie ingrandite, poi registrando sui nastri; delle cose che avrebbe voluto realizzare, ma anche di tante altre che ha realizzato.







Trascrivo qui qualche scambio tra i ragazzi (R) e Loretta (L), per farvi capire di che stoffa è fatta! :-)

R: Che pensi quando in strada ti guardano?
L: Mi giro, li guardo anch'io, gli dico "Cosa guardi?" e ce li faccio rimanere male! (detto con tono ironico)

R: Hai sofferto per amicizia?
L: Si, quando non mi invitavano ai compleanni. Ho avuto un'infanzia un po' sola.

R:  Ti manca una famiglia?
L: Qualche anno fa ne sentivo la mancanza, ora non più. Gli uomini nella donna disabile vedono la disabilità, non la donna. E allora sto meglio così.

R: Quali sono i tuoi desideri?
L: Ne ho tanti, riguardanti soprattutto lo studio e la filosofia.

R: Vorresti scrivere qualcosa sui disabili?
L: sinceramente no, perché in Italia ai disabili fanno sempre scrivere cose sui disabili. Però, chissà, in futuro.

Ma diverse sono anche le domande che lei rivolge ai ragazzi:

Avete anche voi amici disabili? Li invitate ai compleanni? Si? No?
E gli stranieri [bella tematica sulla quale spero di poter tornare]? Come vi comportate con loro? Chi è straniero di chi?
E che vuol dire per voi essere diverso?

Tante le riflessioni suscitate dell'incontro, tante le risposte che i ragazzi hanno dato (abbiamo dovuto dire "stop" alle domande! ), tante e profonde le corde intime toccate (come l'esclusione del ragazzo timido, dello straniero...).

Presto gli elaborati dei ragazzi ispirati a questo incontro, nella speranza di riavere con noi Loretta e di leggerli e commentarli con lei.


Grazie Loretta!
(Grazie Marisa e AssociazioneCulturale GruppoLogos)


Prof. Cristina Galizia

sabato 2 giugno 2012

Anoressia e disturbi alimentari -IIe e IIIe

Il 30 Maggio scorso le classi IIe e IIIe della scuola secondaria hanno affrontato lo spinoso tema dei disturbi alimentari, sempre più frequenti tra gli adolescenti: anche se continuano ad essere dei problemi prevalentemente femminili, anoressia, bulimia, binge e altro nell'ultimo decennio stanno diffondendosi anche tra i ragazzi.
A tenere l'incontro la psicologa Dott.ssa Alessandra Chiapparelli, responsabile del Consultorio familiare di Palestrina (RM), nonché psicologa, anche presso sportelli d'ascolto in diverse scuole della provincia di Roma.

La dottoressa ha introdotto genericamente l'argomento, dopo di che ha mostrato la foto che si deve qui alle sue spalle:

(Naomi Campbell a sinistra e un'emerita sconosciuta magrissima alla sinistra)

Quindi ha chiesto: "Chi sono?"
Tutti ovviamente hanno riconosciuto (dopo commentini vari....) la Venere nera e nessuno l'altra.
Poi ha chiesto?
"Chi vi piace di più?"
Potete facilmente immaginare la risposta: non c'è stata storia! :-D  Le forme di Naomi, le curve mozzafiato hanno fatto strike.
E ancora: "E perché vi piace?"
Beh...facilmente potete intuire le risposte...che tradurrò con un eufemistico "E' bella, è formosa, è soda".
Senza dire null'altro, Alessandra ha poi tirato fuori dalla borsa una palletta, lanciandola d'improvviso verso la classe, dicendola di palleggiare un po':





Tiberio e Robert, però, ben presto, si sono accorti che...la palletta era un po' sgonfia, non rimbalzava, rimaneva a terra...
A quel punto i ragazzi hanno capito il vero significato della palletta, di Naomi e della modella "sgonfia", senza tono senza forza.
La dottoressa ha quindi chiesto loro: " Perché, secondo voi, le modelle devono essere così sgonfie? Perché voi Naomi la ricordate e l'altra no? cosa guardate dell'una e dell'altra?".
Ragionando coi ragazzi, abbiamo concluso che:
"Se un corpo è formoso, gli spettatori guarderanno prima il corpo e poi (forse) il vestito; se il corpo è smunto, ci si potrà concentrare solo sul vestito, ricordando solo il vestito": le modelle, donne-stampelle.

C'è stata poi una fase di condivisione, durante la quale a tutti, prof compresa :-), la dottoressa ha chiesto:
"Cosa cambiereste del vostro corpo?"
Tante le risposte: l'altezza, le gambe, i capelli, la pancia...



...e ci siamo poi chiesto quanto tutto questo derivi dai modelli che ci vengono posti...

L'incontro si è concluso con una panoramica della sintomatologia dell'anoressia, bulimia e binge e con possibili strategie di intervento, basate per lo più sulla condivisione e la richiesta di aiuto.

Un ringraziamento particolare alla Dott.ssa  Alessandra Chiapparelli!

Prof. Cristina Galizia

venerdì 18 maggio 2012

Incontro sull'affettività - IIIA e IIIB

Oggi si sono svolti i due incontri iniziali circa la tematica dell'affettività-sessualità, dedicati alle classi IIIe e a cura della dott.ssa Cristiana Pulucci e degli educatori Giusy e Giuseppe.
Gli incontri hanno già coinvolto le classi IIe e presto degli alunni ci racconteranno la loro esperienza.


L'incontro, a mio avviso, è stato veramente ben impostato, nelle modalità (ludiche), nei mezzi (video, musiche, spot pubblicitari) e nei contenuti (calibrati alla loro maturità).


Si è diviso l'incontro in più fasi.


Ia fase: attività a coppie.


I ragazzi sono stati fatti sedere a circolo, ma raggruppati a due a due, in modo che potessero guardarsi in faccia bene. In seguito, sono stati distribuiti dei foglietti a ciascuno di loro. Ogni ragazzo doveva scrivere 3 pregi che riteneva di avere e 3 pregi del compagno che aveva di fronte:












Si è quindi passati alla condivisione e alla riflessione insieme: molti hanno detto...di aver "avuto delle piacevoli sorprese" e di "non pensare di avere simili qualità". Hanno anche detto che è stato molto più difficile trovare pregi in sé che non nell'altro:



IIa fase: il gioco


Abbiamo liberato l'aula dai banchi e i ragazzi si sono messi di lato. Sono stati lasciati solo alcuni ostacoli al centro dell'aula. I ragazzi venivano chiamati a coppie a fare il gioco: uno di loro veniva bendato e, dietro indicazione del compagno, doveva fare un percorso molto difficile, seguendo solo le indicazioni verbali dell'amico ("C'è una sedia, scavalcala, passa sotto il banco, inginocchiati, prendi il birillo, gira a destra...")






















Inutile dire che qui i ragazzi si sono divertiti tantissimo!!!


IIIa fase: visione di un filmato (che non è rintracciabile on line) veramente molto appropriato: 


partendo dalle scritte che i ragazzi lasciano sulle panchine (luogo dove passano vari affetti: gli amici, le coppie, i nonni coi nipoti...), si facevano delle piccole riflessioni e si lanciava qualche interrogativo aperto. Il filmato terminava con un'immagine di un bellissimo albero, robusto e poderoso con tanti rami: si spiegava he era la metafora dell'amore e dei suoi risvolti (amore filiale, amore tra due persone, amore verso un genitore, amicizia...)




IVa fase: La loro visione d'amore


Di nuovo ai ragazzi è stata data la possibilità di esprimere le loro idee, in modo libero e anonimo. In seguito, Giuseppe e Cristiana hanno letto i bigliettini e Giusy ha appuntato le idee alla lavagna:












Curiosissimo che nei bigliettini ci fosse scritto in uno che l'amore era tutto e in un altro l'esatto opposto, niente!


V a fase: come l'amore è raccontato oggi:


Cristiana, Giuseppe e Giusy avevano selezionato degli spot pubblicitari: li abbiamo visti insieme e commentati:







Abbiamo infine ascoltato questa canzone (spassosissima):





Questi materiali sono stati quindi confrontati con quanto detto da loro poco prima: hanno individuato alcune parole chiavi e ne è nato una bella discussione.
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Dopo due ore di attività, Cristiana, Giusy e Giuseppe hanno terminato l'incontro in modo...volutamente aperto, stimolando piuttosto altre domande o riflessioni:
Ci hanno lasciato con questa canzone:







Arriverci al 7 Giugno, data per la quale i ragazzi dovranno riflettere e scrivere riguardo a questo

CONSIDERANDO CHE L'AMORE NON HA PREZZO, SONO DISPOSTO A TUTTO PER AVERNE UN PO': cosa è per te questo tutto?

Alla prossima!!!!

mercoledì 9 maggio 2012

Incontro sulla tossicodipendenza - IIe e IIIe

Oggi si è svolto il secondo incontro in presenza del Progetto Valeo.
Questa volta, l'argomento è stata la tossicodipendenza e a parlare con noi sono stati due ragazzi che hanno vissuto l'esperienza della droga. Uno in modo diretto, l'altro come familiare di una vittima della droga.


Per tutelare la loro privacy, li chiameremo con nomi fittizi:  Luca il ragazzo che ha sperimentato su di sé l'esperienza della droga e Filippo quello ha vissuto indirettamente l'esperienza . Mi pare un atto dovuto, per chi non ha avuto remore a raccontare la propria vita e che, ora che si è riabilitato nel lavoro e nella società, vuole tutelare quello che ha (ri)costruito. Per lo stesso motivo, non pubblico foto dell'incontro.


L'incontro è durato quasi due ore ed è stato condotto per la maggior parte da Luca che ha raccontato quando, in realtà già abbastanza maturo (21 anni) ha iniziato l'infelice avventura nel tunnel della droga: un inizio così, quasi per scherzo, per emulazione, per condivisione o condizionamento. Dice più volte che non gli mancava nulla in particolare, anche se forse in casa il clima non era dei migliori. Racconta quindi delle volte che è stato veramente male, degli amici che non ce l'hanno fatta, della sua vita di strada; racconta, però, anche della sua instancabile voglia di vivere e di quanto lo sport gli sia servito per uscirne fuori
.
Racconta e interagisce coi ragazzi che chiedono, domandano, vogliono sapere:
-"A che età hai iniziato?"
-" Che fine ha fatto quel tuo amico?"
-"I tuoi genitori quando se ne sono accorti?"
-"Come ne sei uscito?"
-"Hai problemi fisici oggi?"
Luca non si sottrae e risponde alle domande in modo esplicito, senza riserva alcuna, perché "si faccia tesoro degli errori", ripete più volte.


Intenso e toccante è stato il breve intervento di Filippo, che ha visto il fratello distruggersi per eroina: la sua commozione e le sue lacrime hanno raggelato tutti in sala e sono valse più di mille parole di educatori e insegnanti. La tragedia della droga dalla viva voce di chi non ha potuto far altro che assistere allo stillicidio...I ragazzi hanno percepito il dolore e lo hanno sostenuto con un sentito e caldo applauso.


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In attesa delle riflessioni dei ragazzi, scrivo di getto alcune mie:
  • Parlare della droga non è affatto facile, perché la realtà di cui si parla è dura, crudele, senza mezze misure, una realtà che abbrutisce. E da insegnante si ha paura che i ragazzi possano non essere pronti. Oggi ho avuto conferma che spesso le paure di noi adulti sono eccessive e castranti per i ragazzi, molto più "grandi" di quello che appaiono ai nostri occhi: l'inconscio istinto di preservarli dalla crudezza di certa realtà non li favorisce, tutt'altro, li rende disorientati più di quanto questa società frammentata non faccia. Durante le due ore di dibattito, durante il quale Luca non ha affatto sorvolato sugli aspetti più drammatici della sua esperienza, i ragazzi sono stati attenti, quasi ipnotizzati: ascoltavano, commentavano tra di loro, tornavano ad ascoltare ed infine chiedevano di saperne di più. Dalle domande e dall'interesse (60 adolescenti in un'unica stanza, in silenzio a 5a e 6a ora per 2 ore di fila), penso che i ragazzi abbiamo apprezzato molto l'incontro. Sono felice di vedere che i ragazzi hanno molta meno paura della vita di noi adulti.

  • Luca ce l'ha fatta da solo: non è stato in comunità, anche se ha avuto attorno persone esterne che lo hanno sostenuto. Ma in realtà Luca non era solo: c'era lo sport con lui. Lo ha ripetuto tantissime volte. Sia prima che durante la tossicodipendenza, non ha mai mollato gli allenamenti di arti marziali o di palestra, anche se, ovviamente, le prestazioni erano calate di molto: lo sport lo ha sostenuto, lo ha tenuto attaccato alla vita, non gli ha permesso mai di toccare veramente il fondo, perché l'allenamento gli ricordava che ERA UNA PERSONA. Ecco cosa ha permesso a Luca di uscire dalla droga: IL RISPETTO PER SE STESSO COME PERSONA. Luca oggi ci ha insegnato che per prevenire e uscire dal disagio OCCORRE RISPETTARE SE STESSI E LA PROPRIA VITA. Il disagio si cura con il rispetto e l'amore, quale sia e quanto grande sia.

  • L'esperienza poi di Filippo, invece, ha fatto riflettere su quanto la vita di ognuno non sia "un qualcosa di privato e personale", ma sia un bene collettivo: dire "la vita è mia e ne faccio quello che voglio" è un atto di grande egoismo, visto che attorno a ciascuno di noi ci sono una serie di affetti sui quali possono ricadere le nostre scelte sbagliate. La vita è nostra nella misura in cui ne godiamo rispettando chi ci sta attorno e ci vuole bene. Le lacrime di Filippo per il fratello dicono questo: un ragazzo si è lasciato morire, lasciando un peso immenso in chi gli è stato a fianco. NON DROGARSI VUOL DIRE ANCHE RISPETTARE GLI ALTRI.


Ringrazio tantissimo Luca e Filippo, per quello che oggi ci hanno raccontato e fatto riflettere; ringrazio la Prof.ssa Marisa Tola, senza la quale oggi non avremmo avuto la possibilità di avere questo incontro. Da ultimo ringrazio i ragazzi per aver partecipato e interagito senza barriere, sicura che questo semino gettato oggi...fiorirà prima o poi.
Grazie.

martedì 8 maggio 2012

Educare alla legalità: riflessioni IIIA

I testi che pubblico sono il frutto di questa attività descritta sul blog Arringo (cliccare QUI): a seguito della lettura del capitolo di Azzeccagarbugli nei Promessi Sposi e dopo alcuni dibattiti, i ragazzi hanno messo mano alla penna e hanno trascritto riflessioni e sentimenti.


Ecco a voi gli elaborati:





A seguito dell'incontro con Pierluigi Sanna, i ragazzi stanno di nuovo tornando sull'argomento, attraverso varie attività:


1) ATTIVITA' IN CLASSE (COLLETTIVA)
Stesura del seguente testo argomentativo:


Viviamo un momento storico difficile per il nostro stato: la politica sembra essere naufragata irrimediabilmente nella corruzione e nell’arrivismo ed essersi dimenticata della sua finalità di tutela dei diritti e dei doveri di ogni singolo cittadino. Notizie di ammanchi di denaro pubblico, di appalti truccati, di concorsi pubblici manovrati da uomini corrotti arrivano sulle pagine dei giornali o sugli schermi televisivi: tutto questo sta allontanando sempre di più i giovani dall’affezione alla politica e allo stato, sta distruggendo il senso di appartenenza e il dovere dell’impegno morale. Condividi queste affermazioni? Pensi che la politica sia veramente un servizio alla comunità o piuttosto una strada più breve per soddisfare avidità personali? Esponi in modo argomentato la tua opinione.

Testi a disposizione, come ausilio alla stesura:
  • Discorso di Pietro Calamandrei agli studenti di milano, 1955)
  • Lettera di Pertini alla madre, durante il confino a Pianosa
  • articoli Costituzione)

2) ATTIVITA' INDIVIDUALE (A CASA)
Stesura di due testi a scelta tra i seguenti:

A seguito dell’incontro con Pierluigi Sanna, prova a esprimere le tue idee e riflessioni nel modo che trovi più confacente a te (2 testi):

1. Poesie: scrivi sottoforma di poesia cosa è per te la legge e la libertà, che cosa donano agli uomini, quali beni possono arrecare alla vita degli uomini, cosa accadrebbe se non ci fossero. Usa similitudini, metafore, personificazioni, inversioni e altre figure retoriche che possono aiutarti ad esprimere quello che pensi. Puoi usare, se vuoi, il verso spezzato di Ungaretti e degli ermetici, in modo da dare più risalto ad alcune parole.

2. Prosopopea: consiste nel far parlare un oggetto inanimato. Immagina di far vivere la nostra costituzione! Cosa direbbe ai giovani di oggi? Cita alcuni articoli (soprattutto 1-12). Puoi svolgerla sia come poesia che come prosa.

3. Siedi in Assemblea Costituente: stai finalmente per mettere nero su bianco i diritti del popolo italiano, appena uscito dalla dittatura fascista. Stai per mettere fine ad un’età di soprusi e di angherie. Stai per gettare le basi di un’Italia migliore. Descrivi i tuoi pensieri, paure, speranze, usando le tecniche narrative apprese quest’anno (monologo, DIL, descrizioni –primo piano, carrellata, zoom-)

4. Scrivi un dialogo tra due giovani, uno dei quali afferma che la politica è corrotta e basta e uno che sostiene la tesi opposta. Usa i principi del testo argomentativo e i connettivi logici all’interno delle battute.



Prof. Galizia

lunedì 7 maggio 2012

Seme di riflessione II: Educazione alla Legalità - IIe e IIIe

Per parlare di disagio e difficoltà, occorre non solo trattare delle problematiche e dei risvolti complessi nella psicologia dei ragazzi, ma (soprattutto) contrapporre modelli educativi, valoriali molto forti, capaci di avere potere costruttivo molto forte. Cosa infatti si potrebbe costruire su basi affatto salde e sicure?


E così, dopo aver parlato di rispetto (QUI il primo seme di riflessione), eccoci a parlare di LEGALITA', di rispetto delle regole, ovvero di LIBERTA'. Spesso nelle nostre classi abbiamo parlato di quanto siano (paradossalmente) necessarie le regole affinché ciascuno di noi sia libero. 
E' IL PARADOSSO FONDAMENTALE DELLE SOCIETA' DEMOCRATICHE: perché ci sia libertà, occorre limitarla.


E quali sono i limiti della libertà?
Facciamo rispondere Primo Levi:


Dateci qualche cosa da distruggere,
una corolla, un angolo di silenzio,
un compagno di fede, un magistrato,
una cabina telefonica,
un giornalista, un rinnegato,
un tifoso dell'altra squadra,
un lampione, un tombino, una panchina.
Dateci qualche cosa da sfregiare,
un intonaco, la Gioconda,
un parafango, una pietra tombale.
Dateci qualche cosa da stuprare,
una ragazza timida
un'aiuola,noi stessi.
Non disprezzateci:siamo araldi e profeti.
Dateci qualche cosa che bruci,offenda,tagli,sfondi,
sporchi,
che ci faccia sentire che esistiamo.
Dateci un manganello o una Nagant,
dateci una siringa o una Suzuki.

Commiserateci.

(Primo Levi)



Distruggere, sfregiare, stuprare, bruciare, offendere non sono libertà: portano solo COMMISERAZIONE.


E così coi ragazzi delle classi seconde e terze, grazie al lavoro e alla collaborazione fondamentali della Prof.ssa Tola, abbiamo organizzato un incontro con Pierluigi Sanna, giovane studente di lettere, appassionato di costituzione e di ragazzi al punto tale che da tempo "gira" per le scuole per parlare di legalità, stato, doveri, bene comune, cittadinanza. Un ragazzo, dunque che parla ai ragazzi di temi che, purtroppo, condotte politiche e morali di molti nostri rappresentanti, presenti e passati, stanno sgretolando, a favore del disimpegno, del qualunquismo e dell'indifferentismo.
Il 3 Maggio Pierluigi...ha fatto Stato con noi.
















Pierluigi ha iniziato richiamando tutti, ragazzi e adulti, a non considerare "brutta" la politica solo perché ci sono "brutti" esempi di politica: ha richiamato i valori dell'impegno civile per amore di se stessi e di chi ci sta accanto, ha ricordato che fare politica è tutto ciò che comporta un bene per sé e per gli altri, ha sottolineato che FARE POLITICA E' SOSTENERSI A SCUOLA, COLLABORARE CON I COMPAGNI PER IL BENE DELLA CLASSE, ESSERE ATTIVI DURANTE LA LEZIONE, IMPEGNARSI PERCHE' A SCUOLA, IN CASA O A SAN VITO CIO' CHE NON VA POSSA TROVARE UNA STRADA PER MIGLIORARE.


E a queste parole non potevo non ricordare Don Lorenzo Milani:


“Il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia”


A questo punto, dialogando coi ragazzi, Pierluigi è passato a leggere e a commentare alcuni articoli della Costituzione, scegliendoli anche in base all'interesse o alle domande dei ragazzi.


Abbiamo letto e commentato gli artt 1, 3, 5, 8, 11, 15, 16, 21, 27, 30, 32, 34, 37, 57: abbiamo parlato di repubblica, di repubblica fondata sul lavoro, di uguaglianza davanti alla legge, di Cattaneo e della sua patria indivisibile (in barba a politici attuali), della libertà di scrivere e del no alla censura della stampa, della pena di morte (tanto avversata, 200 anni prima, dal grande Cesare Beccaria), del diritto alla salute, della scuola e della libertà di insegnamento, del ripudio della guerra come risoluzione di controversie internazionali. Temi attualissimi, nonostante i 60 anni abbondanti della nostra Costituzione.


Tanti sono stati i testi che Pierluigi ha citato a commento di questi articoli, ma qui vorrei elencare quelli che (perdonatemi) sono a me più cari: l'immenso Calamadrei, con il suo discorso agli studenti di Milano nel 1955 (QUI testo completo) e la lettera dal carcere del ferreo e combattivo Pertini a sua madre, colpevole, lei, di aver chiesto la grazia al Duce per il proprio figli, da tanti anni al confino a Pianosa (QUI il testo - prima lettera del documento-):





Qui alcuni passi a mio avviso più significativi:
"per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica, indifferentismo, che è, non qui per fortuna, in questo uditorio, ma spesso in larghi strati, in larghe categorie di giovani, un po’ una malattia dei giovani. La politica è una brutta cosa. Che me ne importa della politica. E io quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina, che qualcheduno di voi conoscerà di quei due emigranti, due contadini che traversavano l’oceano, su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca, con delle onde altissime e il piroscafo oscillava. E allora uno di questi contadini, impaurito, domanda a un marinaio “ ma siamo in pericolo?” e questo dice “secondo me, se continua questo mare, tra mezz’ora il bastimento affonda.” Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno, dice: “Beppe, Beppe, Beppe”,….“che c’è!” … “Se continua questo mare, tra mezz’ora, il bastimento affonda” e quello dice ”che me ne importa, non è mica mio!” Questo è l’ indifferentismo alla politica.
[...]
Ora vedete, io ho poco altro da dirvi.
In questa Costituzione di cui sentirete fare il commento nelle prossime conferenze, c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie: son tutti sfociati qui negli articoli.
E a sapere intendere dietro questi articoli, ci si sentono delle voci lontane.
Quando io leggo: nell’articolo 2 “L’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà, politica, economica e sociale” o quando leggo nell’articolo 11 “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli”, “la patria italiana in mezzo alle altre patrie” ma questo è Mazzini! Questa è la voce di Mazzini.
O quando io leggo nell’articolo 8: “Tutte le confessioni religiose, sono ugualmente libere davanti alla legge” ma questo è Cavour!
O quando io leggo nell’articolo 5 ”La Repubblica, una ed indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali” ma questo è Cattaneo!
O quando nell’articolo 52 io leggo, a proposito delle forze armate “L’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica”, l’esercito di popolo, e questo è Garibaldi!
O quando leggo all’art. 27 “Non è ammessa la pena di morte” ma questo, o studenti milanesi, è Beccaria!!


Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa Costituzione!! Dietro ogni articolo di questa Costituzione o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta. Quindi quando vi ho detto che questa è una Carta morta: no, non è una Carta morta. Questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione


Qui invece un bellissimo e giustamente famoso discorso di Pertini ai giovani, conciso e forte, come lui:





"Oggi la nuova resistenza in che cosa consiste. Ecco l'appello ai giovani: di difendere queste posizioni che noi abbiamo conquistato; di difendere la Repubblica e la democrazia. E cioè, oggi ci vuole due qualità a mio avviso cari amici: l'onestà e il coraggio. L'onestà... l'onestà... l'onestà. [...] E quindi l'appello che io faccio ai giovani è questo: di cercare di essere onesti, prima di tutto: la politica deve essere fatta con le mani pulite. Se c'è qualche scandalo. Se c'è qualcuno che da' scandalo; se c'è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato!"


A presto con gli elaborati dei ragazzi!
Prof. Galizia

domenica 6 maggio 2012

Bullismo: siamo belli, non bulli! - IIA

In IIA, i ragazzi stanno approfondendo la tematica del bullismo, diasgio sempre più diffuso tra gli adolescenti, come testimoniano i sempre più numerosi casi di cronaca: sempre più frequentemente ragazzi inquieti sfogano il proprio malessere su compagni più fragili e introversi, riempiendo la vita delle loro vittime di umiliazioni, soprusi, violenze fisiche e psicologiche. 


Unica arma di difesa contro il bullismo è la denuncia presso il mondo degli adulti (genitori, insegnanti, amici), che possono aiutare il ragazzo vittima a uscire dal timore e il bullo ad affrontare veramente le ragioni del suo comportamento deviato.


Ecco quindi a voi il testo informativo che Sofia Angelocola ha scritto sulla tematica del bullismo:
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Si parla di bullismo (dal termine inglese "bulling" e cioè prevaricare) quando ci si riferisce ad azioni aggressive o di prepotenza, che avvengono ripetutamente e di proposito, al fine di danneggiare una o più persone. Per parlare di bullismo devono essere presenti tre caratteristiche:

  •  Il bullo assume comportamenti fisici, verbali e/o piscologici intenzionalmente, con l'obbiettivo di offendere e di ridicolarizzare la vittima. 
  • Anche se si parla di bullismo solo riferendosi ad un singolo atto di violenza, il rapporto bullo-vittima viene a crearsi dopo il susseguirsi di vari atti di bullismo.
  • Spesso c'è disuguaglianza tra il bullo che agisce e la vittima che non ha il coraggio di difendersi; generalmente il bullo è in gruppo mentre la vittima è sola. 

Si parla di prepotenza quando due o più ragazzi, dicono alla vittima cose offensive, gli danno calci, pugni, quando gli inviano biglietti con parolacce ed offese o nello stesso momento in cui nessuno gli proferisce parola, per paura di essere preso di mira o di essere escluso.

Non si tratta invece di prepotenza quando due ragazzi, più o meno della stessa forza, litigano o fanno la lotta.

Il bullismo può essere di due tipi: diretto o indiretto.

Nel primo caso la vittima viene attaccata fisicamente e/o verbalmente, insultandola, rubando cose di sua proprietà o evidenziando caratteristiche inerenti alla propria religione, alla propria nazionalità e all'aspetto fisico.

Nel secondo caso, invece, il danno recato al ragazzo attaccato da bulli è meno grave, infatti consiste semplicemente nell'isolarlo dal gruppo.

Nelle scuole, per il 70,86% si registrano prese in giro, per il 29,53% scherzi eccessivi, per il 26,83% esclusioni dai gruppi più numerosi, per il 49,29% insulti, per il 25,80% minacce, per il 22,59% furti poco gravi, per l'11,30% furti importanti, per il 9,11% estorzioni di denaro e per il 24,01% aggressioni fisiche.

Il bullismo sembra divenire un fenomeno sempre più diffuso: ben il 41% dei bambini e il 46,6% degli adolescenti ha minacciato o picchiato un compagno. Il bullismo viene quindi praticato principalmente nelle scuole primarie e secondarie. In 5 scuole medie, è risultato che, il 30% degli alunni, aveva subito almeno una volta aggressioni indirette o dirette. Man mano che si cresce gli atti di bullismo diminuiscono, ma ci sono ragazzi, pochissimi, che continuano a comportarsi in questo modo. Spesso il bullo si comporta come tale per mascherare la sua fragilità e farsi vedere, al contrario, forte e prepotente; oppure per paura di essere escluso dai suoi coetanei. Negli istituti professionali le vittime spesso sono ragazzi che hanno bei voti, mentre nei licei il bullismo è indiretto. Anche le ragazze, alle volte, tendono ad assumere comportamenti aggressivi, spesso violenti.

Nelle scuole per il 14,36% il bullismo avviene negli spogliatoi, per il 15,99% nei corridoi, per il 28,84 % nelle classi, per l'1,60% nei bagni, per il 7,77% nei cortili e per il 21,44% durante il traggitto casa-scuola e viceversa.

Davanti ad atti di bullismo il ragazzo attaccato viene spesso isolato: infatti si teme di essere presi di mira oppure presi ripetutamente in giro. Le vittime non si confidano con nessuno (genitori, insegnanti, preside e compagni di classe), perchè pensano di essere derisi ancora di più.

Nelle scuole per il41,58% tifano per il bullo, per il 15,29% escludono la vittima, per il 45,25% fanno finta di nulla, per il 16,09% aiutano il più debole, per l'8,01% escludono il bullo e per il 4,44% sono spaventati.

Per non essere vittime basta parlare con gli altri delle varie azioni aggressive, perchè il silenzio protegge i bulli e, se non si raccontano questi fatti, si rischia di surbirne man mano di più, a volte, anche in forma più grave. Dobbiamo infine ricordare che non ricevere atti violenti a scuola è un diritto di tutti e che non si deve aver paura di parlare e di schierarsi dalla parte della vittima, com'è è giusto che sia.

Sofia Angelocola

venerdì 4 maggio 2012

Calendario incontri con esperti - Classi IIe e IIIe

Il Progetto Valeo si arricchisce nei mesi di Maggio e Giugno di molti incontri in presenza.


Trattando argomenti molto delicati, si è deciso di chiedere la collaborazione a figure esperte nei vari settori per affiancare i ragazzi nell'approccio ad alcune tematiche, nonché per aprire la scuola al territorio.


Le attività che coincolgeranno le classi saranno:

  • Educazione alla Legalità: a cura di Pierluigi Sanna
  • Incontro sulla droga e le tossicodipendenze: a cura di M., ex tossicodipendente, ora educatore.
  • Educazione alimentare: a cura della Psicologa e Psicoterapeuta Alessandra Chiapparelli
  • Educazione all'affettività e alla sessualità: Dott.ssa Cristiana Polucci e degli educatori Giuseppe Longo e Giuseppina Mattogno





Per gli incontri su Alimentazione e Sessualità sarà richiesto consenso genitori




Qui di seguito le attività e il calendario completo:




Giovedì 3 Maggio IIe e IIIe: ore 8.10 - 10.10  Incontro Legalità


Venerdi 9 Maggio IIe IIIe ore: 12.10- 14.10 Incontro Tossicodipendenze


Lunedi’ 14 Maggio  Affettività, Corporeità e sessualità    II A 8: 10;10-10  II B 10-10; 12-10


Venerdi 18 Maggio  Affettività, Corporeità e sessualità   III A 10:10-12-10  III B 12:10- 14:10 

                                                       
Mercoledì 23 Maggio   Disturbi dell’alimentazione II A 12:10-14:10  II B 10:10-12:10


Venerdi’ 1 Giugno  Disturbi dell’alimentazione   III A 10:10-12-10 III B 12:10- 14:10
                                               

Lunedi’ 4 Giugno  Affettività, Corporeità e sessualità II A 8: 10;10-10  II B 10-10; 12-10 



Giovedì 7 Giugno  Affettività, Corporeità e sessualità III A 8:10-10-10  III B 10:10- 12:10





sabato 14 aprile 2012

Adolescenza nel mondo: quando essere adolescenti viene negato -IIIA

Accanto alle forme di disagio adolescenziale, in IIIA abbiamo cominciato a riflettere anche sulle adolescenze...a cui il disagio viene provocato da guerre, abusi e soprusi di ogni genere.

Abbiamo preso spunto da articoli di giornale, riportati sul nostro testo di Antologia, uno dei quali parlava di Rose, una ragazza preadolescente dell'Uganda che, all'arrivo della giornalista incaricata di narrare la situazione di quel paese in fiamme, corre a rifugiarsi tra le vesti della madre e a fissare il vuoto....

I ragazzi hanno fatto loro la storia di Rose: chi le ha scritto una lettera, chi si è immedesimato in lei, chi ha narrato i suoi sentimenti...

A voi i testi...di un'adolescenza tradita.
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La piccola Rose: 


una bambina a cui hanno sottratto l’infanzia. 

Il domani come sarebbe stato? Avrebbe forse fatto la fine di sua madre, costretta sposa a 13 anni di un guerriero? Di certo non avrebbe vissuto la sua infanzia. Che cosa aveva fatto di male per meritarsi tutto questo? Quali erano le sue colpe? Perché non poteva giocare spensierata come tanti altri bambini? Non poteva, ormai era troppo tardi.

Che felicità provò quando lei e sua madre tentarono di scappare dall’Inferno più crudele e privo di alcuna pietà! La Libertà le giudò verso l’orizzonte! Erano scaldate dal sole dell’avvenire!

Non avevano dovuto farlo. Ma cosa potevano fare? Era l’unica possibilità per salvarsi! Già aveva perso il padre durante uno scontro con l’esercito, non poteva sopportare questa vita atroce, intrisa di apatia, disprezzo ed efferatezza verso l’uomo. Non sono tutti uguali. È per questo motivo che devono emarginarli dalla società? Che devono annientarli senza pietà? Che devono sottrargli il futuro, la libertà di essere semplicemente DIVERSI?

A queste domande nessuno sa rispondere con esattezza. L’unica ragione per cui le presero era per la semplice scusa di allargare l’esercito, di aver bisogno di manodopera. Ma perché presero proprio loro? Normali esseri umani a cui Dio regalò la vita, un dono che nessuno al mondo potrebbe mai farlo. Perché disprezzavano così la loro vita? La vita è inalienabile e sacra. Nessuno ha il diritto di toccarla, né tanto meno di sfiorarla con un solo dito.

I bambini ,soprattutto, erano le persone che venivano rapite e trasportati come animali lontano dalla loro case, in paesi sconosciuti dove erano costretti a lavorare per i loro padroni, definiti i così detti <<schiavi sessuali>>. Cosa hanno di così tanto diverso i bambini dagli adulti? Sicuramente un’età differente, una mentalità diversa, ma erano pur sempre essere umani.

Esseri umani che volevano semplicemente riacquistare la loro libertà, ritornare ad essere bambini. Questo era l’unico pensiero che riecheggiava nella loro mente. Erano esasperati, volevano ritrovare le loro madri, abbracciarle. Non potevano certo affrontare faccia a faccia quegli uomini! E se l’avessero fatto? Cosa gli avrebbero riservato in serbo? L’unica cosa da fare era agire in silenzio. E se li avessero scoperti? Sarebbe mai ritornata a casa? Avrebbe mai potuto riabbracciare i suoi fratellini? Avrebbe mai sperato in un futuro? Una domanda a cui nessuno sa rispondere. 


Testa Costanza IIIA 
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“Aveva paura. Era sola ormai, era senza la volontà di scappare; costretta a restare dentro quella capanna in una solitudine che non si sarebbe mai aspettata. Perché togliere a lei la felicità? Era diventata la donna forte, lontana da tutti. Ma ricordava perfettamente di non essere mai stata una bambina come tutte le altre. Era stata un soldato, da sempre, ed aveva combattuto per qualcosa che non sapeva nemmeno. Era stata costretta ad ammazzare i suoi simili ed aveva provato ad essere libera: era scappata via come il vento più impetuoso. Che cosa aveva fatto di male per meritarsi tutto questo inferno? Eppure aveva sempre tenuto duro davanti alle sue paure. Non voleva fare la fine di sua madre, costretta a sposarsi a 13 anni con un guerrigliero di cui nemmeno conosceva il nome. Aveva ancora tutta una vita davanti, e lei la voleva piena di quella spensieratezza che fin lì non aveva mai potuto avere. 
I suoi occhi erano caduti dove non dovevano nemmeno sbilanciarsi un po’.
 Che cosa le riservava il futuro tanto atteso? 
Certo, la paura di poter riaffrontare scene simili, c’era. C’era il pianto del ricordo di un giorno troppo duro, ma la cosa che soprattutto c’era era la voglia di avere almeno per poco quella felicità che i bambini hanno, quel sorriso che viene spontaneo e riempie il viso. Amava guardare i bambini giocare, era il rimedio a tanto dolore, che più le piaceva. Si nascondeva dietro un muro un cespuglio e sbirciava quei giochi  ed a occhi chiusi immaginava di poter essere li, di poter scalciare, di poter dare libero arbitrio alle sue gambe alle sue braccia , alzare la polvere a tal punto da sporcarsi e non dar peso a cio’. In tutta la sua breve vita non era mai andata a letto con la voglia del risveglio, la notte era l’unico momento di tranquillita’ pero’,solo quando non sognava, perchè spesso anche i sogni ma piu’ che sogni “incubi” erano un continuo della dura giornata, per fortuna quando il sonno era dei piu’ tranquilli riusciva a liberarsi da tanta sofferenza fatica, si risvegliava piu’leggera contenta e di nuovo carica. Purtroppo il tutto aveva una breve durata.”
Cecilia Bernardini 
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Il sorriso di un bambino non esiste se viene vietato il suo futuro.
La felicità di un bambino non esiste se viene strappata dal suo cuore.
Il gioco di un bambino non esiste se viene tolto dalle sue mani.

A dircelo, la storia di Rose, bambina, giovane donna ugandese.

Il futuro di Rose sarebbe stato forse essere sposa a 13 anni, oppure continuare con la sofferenza? Una cosa era chiara: la sua infanzia non era mai esistita, non aveva mai avuto un inizio. 
Non aveva fatto niente per meritarsi tutto questo. Era una bambina come tante altre, eppure era considerata diversa. Le sue colpe, forse, erano di essere una ragazza, o magari di essere nata?
Il suo lavoro, ormai, era quello di rubare cibo e animali e quello di rapire altri bambini o bambine della sua stessa età. 
L’adolescenza non esiste senza giochi, senza amici, senza amore dei genitori.
Aveva provato a fuggire molte volte, ma è stata subito ripresa dalla LRA , Lord’s Resistance Army, ovvero l' Esercito di Resistenza del Signore. Non c'era più una via di uscita. Era costretta a vivere, non da adolescente, non da ragazza, ma da schiava. Ogni volta che fuggiva veniva punita con 350 colpi di canna sulla schiena. L’ultima volta che aveva ritentato di fuggire, per punizione, avevano ucciso la madre. E perdere la madre, forse, era stato più doloroso che ricevere 350 colpi sulla schiena.
Un giorno, però, si aprirono le porte della libertà. Dovevano andarsene da quel paese. Dovevano cercare un posto più sicuro, più protettivo, sia per lei che per i suoi piccoli familiari. 
Riuscì a fuggire per sempre, ad essere libera per sempre, trovando un riparo presso i Medici Senza frontiere. 
Rose oggi è libera per sempre, ma ha anche brutti ricordi per sempre.

Intanto noi occidentali, cosa facciamo? Lasceremo che tutto questo continui e noi staremo in silenzio per il resto della vita? 
Il silenzio è complice, sempre. Per questo, ho messo nero su bianco la storia di Rose.
Aiutare questi bambini non è un diritto, ma un dovere. Se in questo mondo non esistono i bambini, non esiste nulla. 


Ilaria Tolomei 

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Cara Rosa,

Ti vorrei esprimere quanto mi fa rabbia il razzismo degli altri ragazzi nei tuoi confronti: sono persone ignoranti che maltrattano tutti quelli che hanno differente colore, cultura e sesso.

Rosa non ti devi preoccupare di loro, non se la prendono solo con te, ma anche con gli altri.

Anche a me danno sempre fastidio, mi maltrattano: sono solo dei bulli e degli ignoranti, non sanno cos'è la vita, si credono potenti e non capiscono cosa hai provato...Non sanno che ti hanno adottata e che hai dovuto scoprire che i tuoi veri genitori ti hanno abbandonata, non sanno neanche quali difficoltà hai sopportato...Sanno solo prenderti in giro per il tuo colore scuro di pelle. Ma non li sentire, che sei bellissima con il tuo colore cioccolato e soprattutto i tuoi meravigliosi occhi verde smeraldo, verde speranza e verde luminoso. Non posso fare a meno ad ammirarti, sei una ragazza bellissima! Non ti dovrebbero maltrattare così, ma tu non farci caso a loro: sono degli stupidi. 
Tu sei l'unica persona che abbia mai amato nella mia vita: non capisco perchè i tuoi veri genitori ti abbiano abbandonata.
Io non ti lascerò mai, scalerò mari e monti per te, se una persona ti torcesse un capello io non so cosa farei per te! 
Mi sono innamorato di te da quando ti ho visto la prima volta: da subito mi sono piaciuti i tuoi occhi verdi profondi, in cui immergevo i miei pensieri. Ogni volta, quando ero a casa, pensavo a te e non vedevo l'ora di uscire e vederti. Da quando ci siamo abbracciati a casa tua, non riesco a levarmi il tuo profumo dai vestiti e non so spiegare il mio amore per te.
Solo questo ti voglio dire, senza tanti giri di parole, senza vergogna, senza timidezza...io ti voglio bene.
Dal tuo innamorato Gabriele <3


Brikena Komini
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Donna..."promessa"



Quale sarebbe stato il suo futuro?  Avrebbe forse fatto la fine di sua madre, costretta sposa a 13 anni di un guerrigliero? Di certo non avrebbe vissuto la sua infanzia. Che cosa aveva fatto di male per meritarsi tutto questo? Quali erano le sue colpe? Perché non poteva giocare spensierata come tanti altri bambini? Non sarebbe migliore cercare di essere ciò che è, invece di provare a far la donna già cresciuta? Ormai non aveva più una chance di essere felice. La sua, era un’altra vita buttata al vento, un’altra vita da dimenticare, un’altra vita già dimenticata da tutto e tutti. E forse sarebbe finita nelle mani di qualcuno che, infondo, la giudicava come un oggetto e non come una vera persona, di cui considerare le paure, le gioie e i sentimenti. Sarebbe stata un’altra di quelle storie finite male, un’altra di quelle storie senza lieto fine, la sua. Avrebbe sposato un uomo che aveva 30 anni in più di lei, sarebbe stata la sua serva, non avrebbe più avuto via di fuga. Avrebbe fatto tutto ciò che gli veniva chiesto. Avrebbe ubbidito al suo nuovo “padrone”. Si sarebbe ritrova a badare a dei bambini a 15 anni. Sarebbe stata abbandonata e ripudiata, non appena avesse svolto tutti i suoi compiti. Non avrebbe più avuto una dignità. Sarebbe stata segnata a vita. Avrebbe portato questo peso nel cuore per la vita. Non avrebbe mai abbandonato i ricordi delle violenze che avrebbe subito da lì a poco. Il ricordo di quell’oceano di dolore che si vedeva davanti, di cui non vedeva ancora la fine. Lo vedeva davanti a se. Immenso. Senza fine. Ma aveva solo 13 anni! Non poteva portare sulle spalle un peso simile. Magari sarebbe anche stata arruolata in un esercito, con un pugnale in mano e un armatura pesantissima, fisicamente e psicologicamente. Poteva riuscire a rialzarsi dopo esser caduta? Poteva riuscire a sopportare il peso dell’anima e della coscienza? Poteva riuscire ad essere di nuovo felice e spensierata come tutte le persone del mondo? Si sentiva in colpa. Si sentiva in colpa per non essere riuscita a vivere la sua vita. Si sentiva in colpa per non essere riuscita a condurre una vita diversa da quella di sua madre. Si sentiva in colpa perché non era stata in grado di fuggire da un destino così crudele. Ma perché proprio lei? Non era forse una ragazza normale? Non era forse come tutte le altre?  Non aveva forse il diritto di svagarsi, annoiarsi e vivere? No. Non avrebbe mai avuto una vita dignitosa. Non avrebbe mai avuto una vita normale, come quella di chiunque altro. Non avrebbe mai avuto la vita che gli era stata assegnata.
Quest’infanzia bruciata. Quest’adolescenza bruciata. L’avrebbe portata nella sua mente per tutta la vita. Avrebbe dimenticato come sorridere, come ridere di gusto, come amare la vita e la libertà. Sarebbe finita in un vortice di disperazione da cui non sarebbe mai riuscita ad uscire. Ed è così che sarebbe finita la sua vita. Sperata e voluta, anche per lei sarebbe arrivata la morte.

 Elisa Carrarini


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Quale sarebbe stato il suo futuro?


Quale sarebbe stato il suo futuro? Avrebbe forse fatto la fine di sua madre, costretta sposa a 13 anni di un guerrigliero? Oppure avrebbe dovuto arruolarsi nell’esercito insieme ad altri bambini della sua stessa età? Di certo non avrebbe vissuto la sua infanzia! Ma perché? Cosa aveva fatto di male per meritarsi questo? Quali erano le sue colpe? Quella di essere nata in quel paese e non dall’altra parte del mondo? Perché non poteva giocare come tutti i bambini? Perché doveva essere costretta a NON giocare, a NON essere una bambina, a NON avere i suoi diritti, a NON poter vivere spensierata, a NON avere la possibilità di aver un’istruzione?
Ogni giorno si faceva queste domande, ogni giorno sperava che la vita che stesse vivendo fosse solamente un sogno, un incubo da cui potersi svegliare, eppure pensava alla vita, alla vita di sua madre e alla vita di tutte le donne di tutti i paesi: perché solamente loro che avevano la sfortuna di essere capitate nella parte sbagliata del mondo, non dovevano avere diritti? Perché le donne? Gli uomini e le donne sono esseri viventi, non sono schiavi né tanto meno oggetti. E perché i bambini dovevano far parte dell’esercito? Dovevano morire per combattere? Perché le bambine dovevano essere date in sposa a uomini che potevano essergli padri? Perché dovevano maltrattarle? Perché? Chi ha potuto pensare di fare delle simili leggi? Perché gli altri paesi non intervengono, non li aiutano?
Aveva paura. Aveva paura del suo futuro: può una bambina aver paura del suo futuro? Non poteva sognare di vivere una vita migliore di questa, non poteva sognare di evadere dalla realtà, non poteva!!! Era una bambina, una donna, una femmina. Questa era la sua disgrazia! Ma perché una bambina deve vivere con il rancore di essere nata donna? Perché nessuno si rende conto di come vengono utilizzate, chiamate? Perché nessuna donna non riesce a mettersi nei loro panni? La verità di questi bambini e di queste bambine la sanno in tutto il mondo, ma nessuno si fa avanti, perché? Cosa li ferma? Tutti i bambini hanno diritto ad avere un’istruzione, perché loro no? Cos’hanno di diverso dagli altri bambini del mondo? Il colore della pelle?

CONVENZIONE INTERNAZIONALE DEI DIRITTI DELL’INFANZIA approvata da un’assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989.

Gli Stati parti della presente Convenzione:
  
Considerato che, in conformità ai principi proclamati nello Statuto delle Nazioni Unite, il riconoscimento della dignità 
inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della 
libertà, della giustizia e della pace del mondo. 

Flavia Mercuri

Testi riflessivi sulla droga

A voi i ragazzi di IIIA, nei panni di giornalisti!


Qui la raccolta dei testi: sotto i testi, pubblicati mano a mano che i ragazzi li hanno scritti.


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Droghe e alcol: conosciamoli più da vicino

Droghe e alcol, come sappiamo, sono i cosi detti “nemici dell’adolescenza e degli adolescenti"; infatti, secondo diversi studi, causano danni irreversibili al cervello, interferendo ,in particolar modo, sui neuro-trasmettitori cioè quelle sostanze che permettono alle nostre cellule celebrali di funzionare correttamente, compromettendone, appunto, il suo regolare funzionamento. L’uso di queste sostanze portano danni a livello psichico e accelera la comparsa di malattie terribili, come l’ictus, gli aneurismi e molti altri.
L’uso di cocaina, ad esempio, modifica la corteccia prefrontale tanto da provocare crisi psicotiche come la schizofrenia paranoica; mentre le droghe “leggere” come la Cannabis, interrompono le connessioni neuronali, alterando ,gravemente, la sfera emozionale.
L’abuso di droghe può provocare, nel cervello, danni simili all’ Alzheimer. I neuro-chirurgici che operano giovani pazienti che fanno uso di droghe, trovano solchi nel cervello, come quelli che ci sono nel cervello degli anziani, cellule bruciate.
L’alcol colpisce, come le droghe, diverse parti del cervello come la corteccia orbito-frontale, l’amigdala e l’ippocampo, aree della memoria e delle funzioni cognitive. In Italia, si inizia a bere alcol dagli undici anni causando la dipendenza. In Veneto, oltre 300 adolescenti all’anno, vanno in coma. In poche parole, l’uso di alcol e droga negli adolescenti è, purtroppo, in crescente aumento. Oltre ad esserci danni diretti per esempio malattie cardiovascolari e al danneggiamento dei vasi sanguigni determinando l’aumento di ictus,
droghe e alcol, causano anche danni indiretti che sono quelli dell’apprendimento e della memorizzazione, provocando l’incapacità di reazioni a stimoli esterni e l’incapacità del regolare i nostri comportamenti, quindi questi elementi, modificano la personalità della persona, bruciano importanti aree celebrali come le aree che attivano il piacere (fame, la riproduzione, il sonno, la veglia…) e le aree che regolano il modo di agire a situazioni eterne quindi, il ragazzo, si trova in situazioni di squilibrio tra funzioni che lo spingono al piacere e funzioni che dovrebbero contenere queste pulsioni.
Anche se, queste aree del piacere, potrebbero essere stimolate in altro modo: un esempio è lo sport o la musica, che possono creare interesse al ragazzo evitando di “dirottarlo” verso strade sbagliate.
In questo caso, è necessario l’intervento della famiglia, della società e della scuola; è necessario, anche, sapere quando i giovani cominciano ad assumere droga e alcol attraverso test; questo metodo è molto efficace, perché questi meccanismi di prevenzione possono essere, facilmente, messi in atto.

Costanza Testa

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In questi tempi, la droga è un problema molto frequente, specialmente fra gli adolescenti. Per questi ragazzi la droga è considerata come “la salvezza” in momenti difficili della vita, un modo per sfuggire dal mondo e da tutte le preoccupazioni. E, per queste e altre ragioni i giovani iniziano a drogarsi.
Ma è veramente cosi? La droga dà la salvezza che le persone cercano? Aiuta a risolvere i problemi della vita?

Sicuramente no, perché le sostanze stupefacenti non risolvono i problemi, anzi, li creano portandone non solo a se stesso, ma anche alla famiglia.

Molte persone pensano il contrario perché forse all’inizio, la droga porta fuori dal mondo, non sapendo, però, che questo effetto dura all’incirca mezz’ora. Dopo quell'attimo di sballo artificiale, la persona passa da una massima euforia ad un momento di totale angoscia e depressione: ed è qui che per poter stare di nuovo bene se ne assume ancora. E' un circolo vizioso: facendo così, non solo non si risolve alcun problema, non solo se ne creano altri, ma si corre anche il rischio di morte.

Ogni volta che si assume la droga, infatti, il corpo, la volta successiva ne chiede sempre di più. Questo provoca dipendenza dalla quale è difficile uscire e si può arrivare solo ad un compromesso: farsi aiutare da persone competenti. Se si riesce a capirlo in tempo forse c’è una qualche speranza di salvezza, altrimenti si arriva inevitabilmente a perdere ogni tipo di contatto con il mondo. Anche le persone che all’inizio provano di tutto e “subiscono”ogni atteggiamento del tossicodipendente, arrivano poi al punto di rinunciare. E’ così che si arriva, spesso, purtroppo alla morte, devastati da queste sostanze.

In conclusione si può affermare con assoluta certezza che la vita è bella e troppo breve per sprecarla rovinandosela.

Daniele Giustiniani
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Oggi, droghe e alcool fanno parte della vita quotidiana, soprattutto nei giovani. 
Secondo molti studi, il cervello subisce molti danni a seguito dell'abuso di droghe e alcool, in particolare sui neutro-trasmettitori, sostanze che permettono alle cellule celebrali di funzionare correttamente. 

La droga inizialmente causa un effetto di benessere, ma solo per i primi 10 minuti, trascorsi i quali si ritorna allo stato di prima, se non peggio. 
Non lo sballo, ma ben altri sono gli effetti della droga: alcool e droghe portano danni a livello psichico e accelera la comparsa di malattie terribili, come l’ictus, gli aneurismi e molti altri. La cocaina, droga diffusissima oggi, per la facilità di assunzione, modifica la corteccia prefrontale, da provocare così schizofrenia paranoica, mentre le così dette droghe "leggere" come la Cannabis, interrompono connessioni neurali, alterando la sfera emozionale. L'utilizzo di droghe può provocare danni simili all'Alzheimer. I neuro- chirurgici che operano gli adolescenti, i quali fanno uso di droghe trovano cellule bruciate. L'alcool, come la droga, colpisce alcune zone del cervello, ad esempio la corteccia orbito-frontale, l'amigdala e l'ippocampo. In Italia, si inizia a bere alcool dagli undici anni, così da provocare indipendenza. L'utilizzo di alcool e droghe sta aumentando sempre di più nei giovani. Queste sostanze, oltre a provocare malattie cardiovascolari e il danneggiamento dei vasi sanguigni, provocano anche ictus, difficile apprendimento e memorizzazione. Droghe e alcool bruciano importanti aree celebrali, come ad esempio aree che determinano il piacere (fame, sonno...) e aree che regolano il modo di agire. 

Cosa potrebbe spingere i ragazzi a bere o a drogarsi?Ma perché molti di loro si drogano? Difficile dare una risposta univoca: tuttavia, spesso per il semplice fatto di essere depresse, o nel caso dei giovani, per mostrarsi più grandi, o inìfine per problemi familiari. E così molti di loro non si accettano più per quello che sono e decidono di risolvere i loro problemi drogandosi e bevendo. 
In questo mondo dove tutti vanno di fretta, bisognerebbe parlare con i ragazzi, cercare di aiutarli nei loro problemi e non abbandonarli all'alcool e alle droghe

Ilaria Tolomei

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La Droga

La droga cos' è? Cosa siamo noi? Noi siamo schiavi della società, siamo schiavi di un mondo che non ci accetta e la droga forse è solo la strada del paradiso, in un paradiso dove tutti veniamo accettati, dove siamo in simbiosi col mondo e con la nostra mente... La droga ha avuto un grande impatto nei anni 60/70 con l'importazione della cocaina dalla Colombia in America. In quegli anni tutti si facevano, anche i più famosi, la musica ormai parlava solo di "sesso, droga e rock'n'roll". I cantanti assumevano gli acidi cioè LSD, marijuana, cocaina e così via...La usavano per le loro creazioni, per le loro poesie, per poi cantarle sul palco. Loro usavano la droga per entrare in unaltro mondo, per toccare i confini della realtà, per essere felici. Possiamo citare Jim Morrison, il "Re Lucertola"colui che venerava la morte e gli acidi: per lui erano come caramelle... si faceva per avere ispirazione, per sballarsi oppure per non essere solo. Ricordiamoci anche di Janis Joplin la grande donna con la voce potente, lei si drogava perchè si sentiva sola,perchè non aveva amore...
Ora potremmo continuare a citare tante rock star, ma arriviamo al dunque: tutti questi personaggi sono morti tutti quanti per overdose a 27 anni. La droga non era loro amica come pensavano, ma come diceva J.Morrison "la droga è il biglietto per il divertimento, ma il costo è la vita" perciò la droga era un istante, un attimo che toglieva anni di vita. Passati questi anni di grande rock arriviamo nei anni 90, che la musica principale era il Rap, la musica della strada, che denunciava la vera vita, che parlava di soldi, donne, corruzione e droga. I grandi rapper nelle loro canzoni parlavano della loro vita e quant' è stata difficile la strada per cambiare direzione. Prendiamo ad esempio Eminem, ragazzo cresciuto nei ghetti di Detroit da madre eroinomane e senza padre, perciò si può ben capire che direzione prese la sua vita anzi si può capire anche dal suo naso consumato dalla cocaina. Lui è riuscito a salvarsi ma ora potremmo anche dire che conduce una vita normale?
Ho voluto ripercorrere un pò la storia della droga o forse della musica, ma solo per dirvi che le persone di allora e di oggi hanno i loro problemi. I ragazzi di adesso spesso a 11 anni iniziano con la loro prima sigaretta per farsi vedere grandi magari, a 14 anni il primo tiro di marijuana per poi finire per distrugersi da soli con tutte le droghe che ci sono in giro: oggi basta solo entrare in una discoteca per avere una pasticca di exstasy. Anche solo le sigarette possono distruggere una persona,bloccano i polmoni con il catrame, la nostra pelle invecchia prima del tempo, anche una piccola corsa ci può portare KO!! 
Sappiate che la droga non morirà mai se noi non la ripudiamo perchè quelli che ci rimettono siamo solo noi, come diceva Jim Morrison "Eravamo in due, io e la droga, io sono morto, lei vive ancora".
Brikena Komini
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Oggi come oggi, purtroppo la droga è un problema comune a molti giovani.
Si sente spesso parlare in televisione di questo male frequente a cui i ragazzi non riescono a sfuggire…Serate in discoteca spesso finite in tragedia per colpa dell’alcool o della droga. 

La causa è forse che nell’era in cui si vive, dove tutto è permesso, la noia a volte prende il sopravvento e pur di uscire da ogni regola,gli adolescenti cercano svago nel proibito.

Iniziano a drogarsi insieme agli “amici” pensando di avere degli amici: ma non è così! Perché un vero amico non consiglierebbe mai di fare uso di stupefacenti,che altro non portano se non alla morte. La tossicodipendenza è una cosa seria, da cui non è facile uscire. Una volta entrati in questo giro, la vita va a rotoli in tutti i sensi. Problemi in famiglia, le persone che prima si avevano vicino si allontanano. Ed è qui che viene fuori il vero carattere di colui che inizialmente debole,deve farsi coraggio e trovare la forza e la voglia di farsi aiutare da persone competenti, medici che lavorano nelle comunità di recupero.

E’ solo così, con un lunghissimo periodo di tempo che si può guarire da questa “malattia”.
Non è però così scontato che, anche iniziando a curare la tossicodipendenza, si guarisca, altrimenti sarebbe un male debellato. Nonostante la grandissima informazione che c’è oggi su queste sostanze, sui loro effetti collaterali, purtroppo molte persone continuano a farne uso.

Non c’è distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti, sono comunque droghe che danneggiano in modo permanente e devastante ogni uomo,ed è per questo motivo che bisognerebbe non farne mai uso nella vita.

E’ molto importante saper scegliere le amicizie e avere alle spalle una famiglia solida. Ma non è sempre così,perché a volte il detto “l’abito non fa il monaco” è vero. Si sente spesso: "Ma davvero! Era figlio di bravissime persone!"

Quindi per concludere, si può dire che bisogna solo essere se stessi e non cadere in nessuna tentazione,perché si deve credere nel futuro e sperare sempre che sia migliore!

Daniele Giustiniani
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La droga … un nome come tanti … o forse no! La droga è una delle sostanze più dannose che possano esistere … è una sostanza che rovina la vita di molti ragazzi. Ragazzi che avrebbero potuto studiare, lavorare, fare sport. Invece si ritrovano a vent’anni senza un appiglio a cui aggrapparsi … senza un futuro, ma un vuoto che riescono a colmare solo facendo uso di sostanze stupefacenti!

Ma siamo sicuri che drogandosi i problemi scompaiano? 

No!  Facendo uso di queste sostanze i problemi crescono,  si moltiplicano,  diventano barriere invalicabili! I problemi, che a volte possono apparire insuperabili, possono essere risolti … questo risulterebbe più facile sapendo di aver vicino qualcuno su cui fare affidamento! Il bisogno di droga … è come un campanello d’allarme, perché se si arriva a volerla provare per un po’ di sollievo, di respiro,di benessere pur se per poco tempo, significa che la ragione che provoca malessere sta diventando sempre più pesante, a tal punto di non poterla più sopportare. E’ proprio a quel punto, proprio quando si sta per toccare il fondo, che bisogna prendere in mano la situazione e con molta forza di volontà, risolvere ciò che più turba..! Fare uso di droghe non risolve la difficoltà, ma  riesce solo ad accantonarlo per un po’ di tempo. Dopodiché il problema  si ripresenta, forse anche più grande di prima! 

I soggetti più sensibili a questo tipo di sostanze sono naturalmente i giovani, che durante l’adolescenza sono soggetti a ansie che ai loro occhi appaiono insuperabili, ma solo parlandone e confrontandosi con qualcuno si accorgerebbero che il momento in cui si trovano non è così drammatica. I giovani, però tendono sempre di più a chiudersi in se stessi e la droga diventa l’unico spiraglio di luce! invece non è così! In quel momento,  non pensano che, una volta finito l’effetto di quella sostanza “paradisiaca” , le loro ansie e le loro paure si ripresenteranno. Pensano solo a trovare un alleviamento a quel tormento interiore che li logora . Dopo la prima volta che si è provata questa sensazione di benessere assoluto e di conforto, si ha naturalmente voglia di provare di nuovo quella sensazione, che anche se per poco, riesce a far dimenticare tutte le preoccupazioni! Ed è proprio qui che si comincia ad entrare nel circolo vizioso della dipendenza! Una volta essere diventati schiavi della droga, è molto difficile riuscire a liberarsene. La prima volta che si fa uso di queste droghe, si è sicuramente in uno stato di assoluto piacere, ma già dalla seconda volta il benessere che si prova diventa minore, fino a non soddisfare più l’esigenza di evadere dalla realtà. Una volta finito l’effetto di questa sostanza si cade in una profonda depressione che, agli occhi di quella persona,niente e nessuno può combattere, se non la droga! Questo ciclo diventa una schiavitù che obbliga al loro uso continuativo. Ormai queste persone convivono con la droga, per loro è come un punto d’appoggio, su cui possono fare affidamento ogni volta che ne hanno bisogno! Nei casi in cui, con grande fatica, si riesce a disintossicarsi, il compito più difficile da superare è quello di non ricadere in tentazione! Nei casi in cui, invece, non si riesce ad uscire dall’incubo della tossicodipendenza ci possono essere delle situazioni  estreme in cui il tormento interiore diventa ingestibile, al punto tale da ricorrere a gesti estremi come il suicidio.

Negli anni Sessanta, con l'esplodere della contestazione giovanile e la nascita di movimenti come quello hippy, l'uso della droga si è diffuso a macchia d'olio tra i giovani, diventando fenomeno di massa. È nata così una nuova cultura, o meglio una controcultura. L'assunzione avviene di solito in gruppo, con la partecipazione di tutti i componenti che vivono distaccati dalla società e dalle sue istituzioni, avendo come comune denominatore l'uso della droga. Si riuniscono e si concentrano in particolari aree, che prendono il nome di territorio della droga .In questi casi, ci si droga per farsi notare, o per ribellarsi. Questo accade nei gruppi di amici, in cui magari si vogliono fare nuove esperienze che possono sembrare apparentemente divertenti, ma che a volte riservano delle tragiche “sorprese”! Davanti ad una tentazione così forte, è difficile rifiutare, perché ci si trova davanti a due opzioni: essere considerati vili o essere considerati  dei “grandi”. Molto spesso i giovani preferiscono salvaguardare la reputazione di leader piuttosto che fare scelte sane e responsabili. Nei momenti di puro sballo non riescono a capire cosa è giusto e cosa è sbagliato , pensano a divertirsi, imbattendosi, inconsapevolmente, in un vortice da cui non usciranno illesi (se ne usciranno)!

Purtroppo il problema della droga nel nostro paese è ancora molto diffuso. Sarà forse perché i giovani hanno poco spazio per condividere ansie, insicurezze e paure?  Sarà perché si ricorre troppo spesso a soluzioni drastiche? O forse perché le angosce vincono sulla ragione?

Marta Trinchieri
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La droga è una sostanza stupefacente utilizzata, in gran parte, dagli adolescenti. Essa è divisa in due grandi gruppi: le droghe leggere e le droghe pesanti che, a loro volta, si dividono in droghe naturale e sintetiche. 
Le persone fanno uso di droga per essere popolari, per sballarsi, per entrare a far parte di un gruppo e per dimenticarsi dei propri problemi. La maggior parte dei cosiddetti “drogati” hanno iniziato con un semplice “spinello”, pur essendo coscienti che lo sballo, l’euforia che si prova la prima volta non lo si prova più. E proprio per questo motivo che sono andati alla ricerca di una sostanza più forte che, in pochi istanti consuma voglie e sogni. In alcuni casi, infatti, non esisterà una seconda volta. Da un utilizzo mensile, si arriva ad un utilizzo quotidiano: la mattina, ci si sveglia pensando ai soldi da trovare per comprarla e la sera si va a dormire con lo stesso, identico pensiero, non riuscendo a farne a meno e diventandone dipendenti.
Trovo stupido andare a rifugiarsi nella droga, perché, una volta finito l’effetto, si ritorna alla normalità, di conseguenza alla noia e alla depressione di prima. Da una semplice “canna”, si può passare, tranquillamente, a droghe pesanti: capaci di "farti sentire un Dio", queste droghe sono capaci di dare massima esaltazione per un quarto d’ora per poi far cadere nella depressione e nell’angoscia più totale, creando degli sbalzi d’umore alluncinanti. 
Anche se si fosse la persona con più problemi al mondo non si deve fare uso di sostanze stupefacenti, perché, oltre ai problemi che si hanno, se ne creano altri. Studi scientifici dimostrano che perfino l’utilizzo delle “pasticche dell’universitario” creano danni irreparabili al sistema nervoso. Inoltre, una volta iniettata della droga nel nostro organismo questa, va ad infilarsi in tutte le parti del nostro corpo, portando gravi malattie, come il cancro. Viene considerata droga anche l’alcool, perché anche questo crea dipendenza.
La droga è come una mano che ti trasporta con sé e non ti lascia più, capace di far dimenticare di avere una famiglia, degli amici e una vita.

Flavia Mercuri