domenica 6 maggio 2012

Bullismo: siamo belli, non bulli! - IIA

In IIA, i ragazzi stanno approfondendo la tematica del bullismo, diasgio sempre più diffuso tra gli adolescenti, come testimoniano i sempre più numerosi casi di cronaca: sempre più frequentemente ragazzi inquieti sfogano il proprio malessere su compagni più fragili e introversi, riempiendo la vita delle loro vittime di umiliazioni, soprusi, violenze fisiche e psicologiche. 


Unica arma di difesa contro il bullismo è la denuncia presso il mondo degli adulti (genitori, insegnanti, amici), che possono aiutare il ragazzo vittima a uscire dal timore e il bullo ad affrontare veramente le ragioni del suo comportamento deviato.


Ecco quindi a voi il testo informativo che Sofia Angelocola ha scritto sulla tematica del bullismo:
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Si parla di bullismo (dal termine inglese "bulling" e cioè prevaricare) quando ci si riferisce ad azioni aggressive o di prepotenza, che avvengono ripetutamente e di proposito, al fine di danneggiare una o più persone. Per parlare di bullismo devono essere presenti tre caratteristiche:

  •  Il bullo assume comportamenti fisici, verbali e/o piscologici intenzionalmente, con l'obbiettivo di offendere e di ridicolarizzare la vittima. 
  • Anche se si parla di bullismo solo riferendosi ad un singolo atto di violenza, il rapporto bullo-vittima viene a crearsi dopo il susseguirsi di vari atti di bullismo.
  • Spesso c'è disuguaglianza tra il bullo che agisce e la vittima che non ha il coraggio di difendersi; generalmente il bullo è in gruppo mentre la vittima è sola. 

Si parla di prepotenza quando due o più ragazzi, dicono alla vittima cose offensive, gli danno calci, pugni, quando gli inviano biglietti con parolacce ed offese o nello stesso momento in cui nessuno gli proferisce parola, per paura di essere preso di mira o di essere escluso.

Non si tratta invece di prepotenza quando due ragazzi, più o meno della stessa forza, litigano o fanno la lotta.

Il bullismo può essere di due tipi: diretto o indiretto.

Nel primo caso la vittima viene attaccata fisicamente e/o verbalmente, insultandola, rubando cose di sua proprietà o evidenziando caratteristiche inerenti alla propria religione, alla propria nazionalità e all'aspetto fisico.

Nel secondo caso, invece, il danno recato al ragazzo attaccato da bulli è meno grave, infatti consiste semplicemente nell'isolarlo dal gruppo.

Nelle scuole, per il 70,86% si registrano prese in giro, per il 29,53% scherzi eccessivi, per il 26,83% esclusioni dai gruppi più numerosi, per il 49,29% insulti, per il 25,80% minacce, per il 22,59% furti poco gravi, per l'11,30% furti importanti, per il 9,11% estorzioni di denaro e per il 24,01% aggressioni fisiche.

Il bullismo sembra divenire un fenomeno sempre più diffuso: ben il 41% dei bambini e il 46,6% degli adolescenti ha minacciato o picchiato un compagno. Il bullismo viene quindi praticato principalmente nelle scuole primarie e secondarie. In 5 scuole medie, è risultato che, il 30% degli alunni, aveva subito almeno una volta aggressioni indirette o dirette. Man mano che si cresce gli atti di bullismo diminuiscono, ma ci sono ragazzi, pochissimi, che continuano a comportarsi in questo modo. Spesso il bullo si comporta come tale per mascherare la sua fragilità e farsi vedere, al contrario, forte e prepotente; oppure per paura di essere escluso dai suoi coetanei. Negli istituti professionali le vittime spesso sono ragazzi che hanno bei voti, mentre nei licei il bullismo è indiretto. Anche le ragazze, alle volte, tendono ad assumere comportamenti aggressivi, spesso violenti.

Nelle scuole per il 14,36% il bullismo avviene negli spogliatoi, per il 15,99% nei corridoi, per il 28,84 % nelle classi, per l'1,60% nei bagni, per il 7,77% nei cortili e per il 21,44% durante il traggitto casa-scuola e viceversa.

Davanti ad atti di bullismo il ragazzo attaccato viene spesso isolato: infatti si teme di essere presi di mira oppure presi ripetutamente in giro. Le vittime non si confidano con nessuno (genitori, insegnanti, preside e compagni di classe), perchè pensano di essere derisi ancora di più.

Nelle scuole per il41,58% tifano per il bullo, per il 15,29% escludono la vittima, per il 45,25% fanno finta di nulla, per il 16,09% aiutano il più debole, per l'8,01% escludono il bullo e per il 4,44% sono spaventati.

Per non essere vittime basta parlare con gli altri delle varie azioni aggressive, perchè il silenzio protegge i bulli e, se non si raccontano questi fatti, si rischia di surbirne man mano di più, a volte, anche in forma più grave. Dobbiamo infine ricordare che non ricevere atti violenti a scuola è un diritto di tutti e che non si deve aver paura di parlare e di schierarsi dalla parte della vittima, com'è è giusto che sia.

Sofia Angelocola

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