In classe si parlava fin dai primi giorni di scuola, di diritti, dell'uomo come del fanciullo: leggendo la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789 e ragionando su quanto quegli articoli fossero ancora attuali, i ragazzi hanno deciso di scrivere un piccolo testo teatrale, in cui si tessessero sotto forma di dialogo le diverse doléances di un ragazzo benestante e di un ragazzo da adottare.
E così, in classe, ci si è immedesimati ora col RAGAZZO A (= ragazzo di un Paese in Via di Sviluppo), ora col RAGAZZO B (=ragazzo di un Paese benestante).
Quello che è emerso, durante la stesura, è che, nonostante le diverse storie, le diverse ambizioni, le diverse speranze, i due mondi sono assolutamente uguali nel diritto al rispetto.
Dono a voi il testo della drammatizzazione, ben interpretata a Teatro da Alex Bojor, nei panni del RAGAZZO A e da Tiberio Carp, nei panni del RAGAZZO B:
(sperando di avere quanto prima il video della serata, sarà ovviamente caricato qui)
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COSI' DIVERSI, COSI' UGUALI
Entra in scena Alex vestito con abiti da lavoro.
Alex: Sono stanchissimo, lavoro da stamattina all’alba
senza neanche una sosta e solo un pugno di riso per pranzo.
Entra Tiberio, con le patatine aperte e un pallone sottobraccio:
Tiberio: Avevo una voglia di patatine… Sono così buone
dopo la pizza.
Alex: Spero solo che questa sera mi paghino giusto: a
casa c’è così bisogno.
Tiberio: (si è seduto per terra a gambe incrociate con
patatine e pallone davanti, squilla il telefonino e B che dice) Ricarica al più
presto per non rimanere senza parole! Accidenti! Mi è di nuovo finito il
credito!
Alex: (rivolto al pubblico) Che pagherei per poter
cambiare vita, per poter andare a scuola, per avere un futuro migliore… (e
rimane immobile a guardare il pubblico).
Tiberio: NOOO!! Domani è lunedì! Uffa! Che pizza!
Un’altra settimana di scuola! E chi la regge?! Sai che darei per non andare a
scuola e dormire fino a tardi! (e rimane immobile come Alex)
Alex: Vorrei avere del tempo libero per giocare, per divertirmi,
per coltivare delle amicizie.
Tiberio: Se solo potessi avere più tempo libero me ne
starei in santa pace sul divano a giocare alla Play o a palleggiar alla villa
(inizia a palleggiare e il pallone va dall’altra parte).
Alex: Ma cos’è questo? Lo riconosco! Ne cucino di simili
quando andavo in fabbrica!
Tiberio: Hey, mi ridai il pallone per favore?
Alex: Si si, eccolo, scusami!
Tiberio: Ma perché sei vestito così? E che cosa stai
facendo?
Alex: Sono i miei abiti da lavoro. E tu come mai sei in
giro?
Tiberio: Oggi è domenica, non vado a scuola!
Alex: A scuola? Beato te!
Tiberio: Beato? Sapessi che scatole: tante ore a sentire
le spiegazioni! Tutti i giorni la stessa cantilena!
Alex: Come fai a non renderti conto di quanto tu sia
fortunato. Neanche immagini quanto sia importante imparare cose nuove, per
migliorare il tuo futuro e le tue conoscenze, imparando a ragionare con la tua
testa e non con quella di altri che ne sanno di più.
Tiberio: Ma cosa dici?
Alex: So di cosa parlo, perché so che vuol dire non
andare a scuola e non avere occasione di garantirmi un futuro migliore, di
imparare ad esprimere la mia opinione e di costruirmi da solo, mattone dopo
mattone la mia vita.
Tiberio: Wow! Potresti fare il professore!
Alex: Scherza, scherza, intanto la mia vita è più dura
della tua. Non ti alzi con il sorgere del sole, tu il pomeriggio hai il tempo
libero per divertirti e giocare con i tuoi amici e la sera hai l’affetto dei
tuoi genitori che non essendo molto stanchi possono dedicarti parte del loro tempo.
Tiberio: Ehm! A me queste cose sembrano così normali e tu
invece le fai sembrare speciali. Ora che me lo dici… Comincio un po’ a
rifletterci anch’io.
(Alex abbraccia Tiberio)
Alex: Vedi siamo tanto diversi: veniamo da paesi diversi
e realtà diverse, ma pensaci bene, secondo te non abbiamo delle cose in comune?
Tiberio: Non capisco, di cosa stai parlando? Io non vedo
cose in comune fra me e te.
Alex: Quello che ci accomuna non si può vedere, è
insensibile agli occhi, perché è dentro di noi… E si chiama RISPETTO.
Tiberio: Non ci avevo mai riflettuto prima e adesso che
ci penso… E’ vero!
Alex: (Alex si avvicina a Tiberio) Vedi? Abbiamo abiti
diversi, visi diversi e storie diverse, ma dentro di noi abbiamo lo stesso
cuore da bambino, un cuore che va rispettato… E purtroppo non è sempre così.
Tiberio: Ci vorrebbe qualcosa che impedisse queste
crudeltà, qualcosa… Qualcosa di scritto.
Alex: Di scritto? Ma io non so scrivere! Sapessi farlo!
Tiberio: Non ti preoccupare, ci penso io! (Tiberio prende
un quaderno e una penna che sono sul palco e si siede a gambe incrociate e si
siede sul palcoscenico) Dai siediti vicino a me! Vedi questa? (mostrando la
penna) sarà la nostra arma per difenderci da ogni ingiustizia.
Alex: (Alex si siede) Si si, mi piace l’idea! Per me… Il
primo diritto che ogni ragazzo dovrebbe avere è quello dell’affetto, cioè alle
coccole, all’amore, ad avere le attenzioni.
Tiberio: Hai ragione, (scrive) è importante avere la
comprensione e l’ascolto. Solo così si può crescere uomini e donne SANI. (Guardando
la palla e facendola ruotarla un po’) e poi ogni fanciullo, ovunque si trovi,
in un paese ricco o in un paese povero, deve poter giocare, divertirsi,
scherzare con gli amici nel suo tempo libero.
Alex: (sospirando) Quanto pagherei per dare due calci a
questo pallone, il diritto al gioco è importantissimo! Altroché! (guardando il
foglio) Ehy, però, che bella scrittura che hai!
Tiberio: Eh si! Lo devo ammettere, tutto merito della
scuola. Se ho imparato a scrivere e ancor prima a pensare. Spesso mi lamento,
ma adesso che ho conosciuto te, mi rendo conto della fortuna che ho e
l’istruzione dovrebbe essere un diritto di tutti e non solo di alcuni
fortunati.
Alex: Ne parlerò con i miei compagni di lavoro, anche
loro devono sapere di avere dei diritti e più di tutti devono sapere di avere
una dignità che va tutelata, che è SACRA e INVIOLABILE!
Tiberio: E’ si, penso che le parole chiave siano RISPETTO
DELLA DIGNITA’ E DELLA VITA. (Alex e Tiberio guardano con soddisfazione il
foglio)
Alex e Tiberio: Abbiamo gettato le basi per un mondo
migliore.
Alex: Lo firmiamo?
Tiberio: Si, direi proprio di SI (firmano)
(Alzandosi in piedi guardano il pubblico)
Alex e Tiberio: E voi? Non lo volete firmare?
(scendono lateralmente dal palco e distribuiscono al pubblico la raccolta dei diritti scritta dalla IIIA; terminata la consegna, escono dal retro).
Fine
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